L'Editoriale

Una casta senza pudore

Una casta senza pudore. Ci hanno fatto una testa tanta sui banchi a rotelle per poi farsi loro le poltrone. E pure di pelle umana

Ci hanno fatto una testa tanta sui banchi a rotelle per poi farsi loro le poltrone. E pure di pelle umana. A poche settimane dall’insediamento delle destre al governo, i ministri della Meloni non stanno badando a spese. Staff, consulenti e amici degli amici sono imbarcati a raffica, e questo mentre si taglia tutto quello che si può tra i pochi sostegni ai cittadini. Il Reddito di cittadinanza – dicono – è un regalo ai fannulloni, anche se la povertà di milioni di italiani è visibile anche a un cieco, ma l’esercito dei portaborse è una spesa necessaria.

Anzi, inderogabile. A costo di svuotare un fondo destinato alla didattica, come hanno fatto al ministero dell’Istruzione guidato da Valditara (Lega), facendo rimpiangere in un secondo l’Azzolina, crocifissa da tv e giornali per aver dato ai dirigenti scolastici gli arredi che chiedevano. Ora, col nuovo ministro, i presidi dovranno accontentarsi: al massimo da Roma gli spediranno l’email di un consulente, sempre che siano rimasti i soldi per i pc.

E l’assalto alla diligenza non finisce qua. Ha fatto scalpore l’assegnazione di 5.500 euro ai deputati per comprarsi tablet e telefonini, ma i loro privilegi – come quelli dei senatori – sono ben altri, e al primo posto c’è il ritorno dei vitalizi, sui quali i partiti di destra non hanno mai smesso di sperare. Nascosta dalla cortina fumogena della stampa di Berlusconi e di una Rai sdraiata (con poche eccezioni) sui potenti di turno, la nuova Casta si prepara alla restaurazione: tutto a Lorsignori e niente ai cittadini. Con tanti ringraziamenti a chi li ha votati.