L'Editoriale

Una manovra contromano in tangenziale

In attesa che la Meloni informi almeno il Parlamento sullo scambio in corso con l'Europa le opposizioni hanno dato uno schiaffo alla manovra.

Una manovra contromano in tangenziale

In attesa che la premier Meloni informi almeno il Parlamento sullo scambio in corso con l’Europa – io do il Mes a te e tu alleggerisci il Patto di stabilità a me – ieri le opposizioni hanno dato uno schiaffo alla manovra del governo. Prima i 5 Stelle e poi il Pd hanno dimostrato che si può fare molto per i cittadini senza i tagli decisi dalle destre. Conte ha indicato nella Sanità il primo pilastro da difendere, denunciando l’assurdità di penalizzare i medici che appena un anno fa chiamavamo eroi.

Spazio anche al Reddito di cittadinanza, agli aiuti alle imprese, al Sud, all’Ambiente e all’istruzione. Non un libro dei sogni, ma un piano con indicate le necessarie coperture, e i fondi da reperire tassando i mostruosi extra-profitti di banche e colossi bellici, digitali e farmaceutici. Anche la Schlein nella sua contro-manovra ha puntato sui bus gratis ai giovani e la costruzione di alloggi popolari con i miliardi del Ponte sullo stretto. Tutte cose fattibili senza aumentare il debito più di quanto non faccia la legge di bilancio blindata dalla maggioranza, dove non c’è un solo appiglio per la crescita, e all’orizzonte il ritorno in recessione.

D’altra parte, che le ricette economiche del nostro governo siano sbagliate, ieri l’ha implicitamente detto pure il primo ministro britannico Sunak, tutt’altro che un laburista, che ha aumentato il salario minimo di duemila euro l’anno. Ovunque, insomma, si avvisa il nostro governo che sta sbagliando tutto. Ma come i matti in autostrada in contromano, per Meloni e parenti sono tutti gli altri che marciano in senso sbagliato.