Ci sono voluti più di otto mesi dall’inizio della guerra in Ucraina per vedere in Italia la prima manifestazione di respiro nazionale a sostegno della Pace. Un’eternità, ancora più inspiegabile di fronte al sentimento popolare dilagante in tutta Europa, contrario al conflitto e adesso giustamente sospettoso sulla reale efficacia delle misure adottate dai governi occidentali: armi e sanzioni.
Le marce con le bandiere arcobaleno, ci hanno spiegato, non costringeranno Putin e Zelensky a trattare, e noi ce la siamo bevuta mentre migliaia di persone muoiono nell’indifferenza generale, il costo dell’energia frena la ripresa dopo il Covid, e l’escalation militare ci porta dritti al disastro nucleare. Una strada senza uscita, a meno di cambiare radicalmente strategia. Finché daremo armi a Kiev e sanzioni a Mosca i loro leader non si siederanno mai a un tavolo per trattare. Ed è lì che invece bisogna portarli, certamente consapevoli che poi trovare una tregua non sarà facile. Se però non si inizia da qualche parte, la soluzione non arriverà mai, ed è incredibile come anche in Italia non si capisca che questo fa il gioco dei nostri competitor economici, Usa e Cina, che hanno tutto da guadagnare da un’Europa con un potenziale Vietnam ai confini, e perciò insicura, e in ginocchio per il prezzo spaventoso del gas.
Offrire a Putin la fine delle sanzioni in cambio dell’apertura di una trattativa, e non armare più Zelensky se dovesse sottrarsi, costringerebbe entrambi ad avviare un dialogo. E pazienza se questo non sta bene a qualche cancelleria al di qua o al di là dell’Atlantico. I problemi delle regioni contese, dal Donbass alla Crimea, sono enormi, e ci vorranno decenni e miliardi a non finire per riparare i danni e arginare la ferita nelle popolazioni locali. Un conto che sale più la pace è tenuta lontana. Per questo la marcia di oggi a Roma, unita alla voce del Papa, delle associazioni, dei movimenti e dei semplici cittadini che abbracciano il pacifismo, è determinante. E finalmente fa sentire la parola Pace più forte anche del rumore delle armi.