L'Editoriale

Un’Europa con poco orizzonte

Se non sapessimo per certo che sono dei gran furbi, dovremmo pensare che i leader europei non riescono proprio a capire quanto siamo malmessi. Il virus presenterà ancora per anni il conto, e se oggi i Paesi più indebitati soffrono terribilmente, domani la recessione non risparmierà nessuno. Per questo c’era da sperare in un barlume di buonsenso e nel rapido via libera a forme di solidarietà comune, come gli Eurobond o il Recovery Fund.

Purtroppo ieri l’Eurogruppo non è andato oltre l’offerta di una linea di credito apparentemente senza condizioni all’interno del Mes, cioè il trappolone che ha macinato la Grecia e del quale facciamo bene a stare alla larga. Quella che viene spacciata per una grande liberalità, contiene infatti non una ma due minacce mortali. La prima è l’ovvio rischio di doverci sottoporre alla Troika, perché deroghe o meno, il Mes sempre uno resta e per cambiarne le regole di fondo occorre riscrivere i trattati. Persino più insidiosa è però la seconda minaccia.

Così come ce l’hanno infiocchettato, può sembrare senza senso non abboccare all’amo di 37 miliardi da ritirare cash. In questo modo, chi ha l’intelligenza di non farsi fregare finisce sulla graticola di chi non ha la stessa lungimiranza. Un bel regalo, insomma, per il nostro premier Conte, che resta dell’idea di non usare il Mes, mentre il Pd passerebbe invece all’incasso di quello che ci danno, e poi se ne parla. Un altro solco che non aiuta la già traballante maggioranza, e che fa l’ennesimo favore ai sovranisti e a chi dubita a ragione dell’orizzonte lungo di questa Europa.