L'Editoriale

Uno Stato canaglia sull’Ambiente

Con l'ennesima bugia - il rinvio dello stop alle auto a benzina dal 2035 è merito dell’Italia - la Meloni ci piazza ufficialmente tra gli Stati canaglia dell’Ambiente.

Uno Stato canaglia sull’Ambiente

Con l’ennesima bugia – il rinvio dello stop alle auto a benzina dal 2035 è merito dell’Italia – la Meloni ci piazza ufficialmente tra gli Stati canaglia dell’Ambiente. Lo stop, che è opera delle lobby e del piegarsi di Berlino ai grandi produttori tedeschi, allontana quella spinta decisiva verso l’elettrico che può arrivare solo mettendo progressivamente fuori gioco i mezzi con motore endotermico.

Daltra parte, dalle trivelle al nucleare, le destre non hanno mai nascosto i loro favori per i modelli energetici più inquinanti, favorendo persino la gigantesca fake news delle batterie che inquinano più del petrolio. Una balla smentita da decine di studi, fino all’ultimo pubblicato proprio ieri, che dimostra un risparmio di oltre il 55% di emissioni di CO2 durante il ciclo di vita di una macchia elettrica rispetto a quelle a combustione.

Ma all’industria dell’auto tutto questo interessa poco, alla pari di questo governo cieco sui cambiamenti climatici e le condizioni del Pianeta che sta contribuendo a lasciare alle prossime generazioni.

Così la premier ha trovato il tempo per rivendicare questa vittoria di Pirro strappata a Bruxelles, al contrario di quanto è accaduto per la strage di Cutro, dove con la scusa degli impegni internazionali non ha messo né la faccia né una parola per spiegare al mondo come sia possibile che l’Italia faccia morire decine di persone a due passi dalla costa.

Una macchia che lascerà il segno, come lo smog che ci farà respirare più a lungo del previsto per far felici i soliti padroni del vapore, con le loro fabbrichette.