Effetto Quirinale, in Parlamento 213 cambi di casacca. Con gli ultimi riposizionamenti i voltagabbana sono diventati 282. Evangelista e Dall’Osso gli ultimi due casi

Sono 213 i parlamentari voltagabbana, cioè che hanno cambiato gruppo almeno una volta, per un totale di 283 cambi di casacca.

L’ultimo a cambiare gruppo in ordine di tempo è stato Matteo Dall’Osso, tornato in Forza Italia. Il deputato, eletto con i 5 Stelle, era già stato con gli azzurri. Fu tra i primi a dire addio ai pentastellati per passare con il partito di Berlusconi, salvo poi optare per Coraggio Italia, la pattuglia guidata da Luigi Brugnaro e Giovanni Toti. Pochi giorni fa, il ripensamento e la nuova adesione a Fi. Il caso di Dall’Osso non è certo isolato, i cambi di casacca sono quasi all’ordine del giorno nel Parlamento italiano.

Sono 213 i parlamentari che hanno cambiato gruppo almeno una volta, per un totale di 283 cambi di casacca. E all’ombra delle elezioni per il Presidente della Repubblica, con un occhio alla prossima campagna elettorale, l’attività trasformista si è intensificata. Italia viva è stata al centro dell’attenzione, a poche ore dal voto per il Colle. Al Senato è stata accolta Elvira Evangelista, in arrivo dal Movimento 5 Selle (leggi l’articolo).

Lo scouting di Iv aveva portato già i propri frutti, a Montecitorio, al ridosso delle festività natalizie. Nel gruppo, guidato da Maria Elena Boschi, era stata accolta la deputata Flora Frate, eletta con il M5S poi passata con Azione di Carlo Calenda. E quindi approdata alla corte del progetto di Matteo Renzi. Insieme a lei, c’era Maria Teresa Baldini, girovaga di questo Parlamento. Un’anima inquieta. Eletta con Fratelli d’Italia, ad agosto 2020 è passato con Forza Italia, a maggio 2021 è andata in Coraggio Italia dopo sette mesi ha scelto Italia viva.

Là dove vede il nome “Italia” nel partito, c’è Baldini. Ma, nel complesso, il saldo non è stato proprio esaltante per i renziani: a Palazzo Madama, in poche settimane, sono andati via Leonardo Grimani (direzione gruppo Misto) e Gelsomina Vono (eletta con il Movimento 5 Stelle), accasatasi con FI proprio mentre Silvio Berlusconi spingeva per la candidatura al Quirinale.

Assieme a Vono, tra i nuovi arruolati azzurri c’era anche Saverio De Bonis, uno dei primi espulsi del M5S sotto il governo gialloverde. Dopo aver tentato l’esperienza con i Responsabili, all’epoca per salvare il Conte bis, il senatore lucano ha abbracciato gli azzurri. Intanto a Montecitorio, a fari spenti, erano già approdati con gli azzurri anche Alessandro Sorte, eletto nelle liste forziste e tornato a casa dopo un girovagare di sottocomponenti, e Gianluca Rospi, ex pentastellato che aveva cercato di fondare il partito Popolo protagonista. Per lui va menzionato un passaggio veloce anche nelle fila dei totiani.

Alla fine ha scelto, almeno per ora, di andare con i berlusconiani. Molto movimentata la situazione in casa Coraggio Italia, che appunto ha di recente perso Dall’Osso. Ma pochi giorni prima aveva accolto Lucia Scanu, proveniente dal corpaccione del Misto dopo essere fuoriuscita tempo fa dal M5S. Il conteggio ldo degli ultimi mesi resta tuttavia negativo alla Camera: a dicembre ha salutato la comitiva Claudio Pedrazzini, oltre alla già citata Baldini.

Di contro al Senato c’è un segno “più”: la componente Idea-Cambiamo (a Palazzo Madama non si è costituito il gruppo del partito di Brugnaro e Toti) ha visto arrivare tre la proprie fila Andrea Causin, già veltroniano all’epoca della nascita del Pd, poi convertitori al verbo di Mario Monti, con la candidatura nelle liste di Scelta civica. Alle ultime Politiche era con Forza Italia, abbandonata nei mesi scorsi con conseguente avvicinamento a Ci.

Nello stesso giorno i totiani hanno aggiunto al drappello Sandra Lonardo, la moglie di Clemente Mastella, che portando in dote la senatrice ha voluto far aggiungere alla denominazione della componente la dicitura “Noi Campani”. Perché quando si parla di cambi di casacca, il sindaco di Benevento non può mancare.