Energia, buio pesto sul futuro. Vienna fugge da Sorgenia

di Carola Olmi

Nessuna aspettativa di riscatto sul mercato italiano dell’energia italiana. E altrettanto, nessuna aspettativa dal socio italiano, il gruppo dell’ingegner Carlo De Benedetti. La capogruppo austriaca Verbund International Gmbh ha messo fine all’avventura della controllata Verbund Italia, disponendo l’azzeramento del valore della partecipazione, pari al 45,65%, in Sorgenia e la conseguente messa in liquidazione della stessa controllata italiana. Vienna dunque non solo non parteciperà a un’eventuale ricapitalizzazione della società energetica controllata da Cir, ma secondo quanto anticipato ieri dall’agenzia di stampa Radiocor è pronta a bruciare l’intero investimento fatto fin qui pur di lasciare il nostro Paese.

Il maxi buco
Una nuova tegola su Sorgenia, al centro di una complessa ristrutturazione del debito da 1,75 miliardi. La casa madre austriaca avrebbe chiarito che l’analisi svolta sulla quota in Sorgenia, evidenzia “una perdita durevole del valore dell’investimento del gruppo nel settore energetico italiano”, che determina l’azzeramento del valore della partecipazione. Quest’ultimo, già a fine 2012, era stato ridotto da 654 milioni a 152 milioni; l’ulteriore analisi (svolta in autunno) ha condotto a un provvedimento ancora più drastico. Ciò in virtù della “elevata sovraccapacità presente nel mercato italiano”, del significativo calo della redditività degli impianti a gas e “delle previsioni macroeconomiche negative che porteranno a una minore domanda di energia in futuro”.

Ripensamento difficile
Anche da queste considerazioni nasce la volontà di non contribuire ad alcun eventuale aumento di capitale di Sorgenia, “una ricapitalizzazione alla cui partecipazione – precisano gli austriaci – Verbund Italia non è comunque tenuta stante la natura giuridica di società di capitali della partecipata”. Una formula, quest’ultima, con cui il gruppo austriaco prende chiaramente le distanze da eventuali oneri e impegni legati al risanamento di Sorgenia, anche se c’è chi legge l’iniziativa come una possibile mossa negoziale nell’ambito dell’impegnativo negoziato appena iniziato con le banche creditrici. Verbund Italia, che deteneva come unico asset il 45,6% di Sorgenia finisce così in liquidazione dopo avere perso 654 milioni in soli 11 mesi.