Epidemia colposa. La Procura di Brescia apre un’indagine sui 150 casi di polmonite esplosi in provincia

I carabinieri dei Nas hanno raccolto tutti i dati sui contagi e sono in contatto con i vertici di Ats di Brescia. Il reato ipotizzato è epidemia colposa

Adesso indaga la Procura sugli oltre cento casi di polmonite nella Bassa Bresciana Orientale. I carabinieri dei Nas hanno raccolto tutti i dati sui contagi e sono in contatto con i vertici dell’Agenzia di Tutela della Salute di Brescia. Il reato ipotizzato dalla Procura è quello di epidemia colposa.

Sono oltre 150 i casi di persone che si sono recati in Pronto Soccorso nelle ultime ore e molte altre si stanno curando a casa, ma gli ospedali di Montichiari, Manerbio, Desenzano, Gavardo, Asola e Castiglione delle Stiviere e Mantova ospitano molti degli interessati.

Ancora non è chiaro quale sia la fonte dell’epidemia che è divampata tra il 2 e il 7 settembre. “Stiamo facendo tutto ciò che si può fare, in sintonia con maggiori esperti e con l’Istituto superiore di sanità – dice l’assessore regionale alla Welfare, Giulio Gallera – Sia con l’investigazione sui campionamenti fatti per capire se il vettore sia l’acqua, sia interrogando i pazienti per capire se c’è un elemento che li accomuna e individuare la sorgente” del contagio, “lavoriamo però anche in altre direzioni, come sull’aria”.

Gallera ha menzionato la possibilità di allargare le indagini anche alle torri di raffreddamento, come è successo per il boom di casi di legionella nello scorso mese di luglio a Bresso. Fonti vicine alle indagini, al momento, tendono ad escludere un nesso tra l’epidemia di polmonite e la moria di anatre registrate nella Fossa Magna di Carpenedolo, paese epicentro dell’ondata anomala di infezioni alle vie respiratorie. Ma comunque le carcasse dei volatili sono state prelevate per essere sottoposto all’autopsia dall’istituto Zooprofilattico.