Il messaggio è fin troppo chiaro. E condivisibile. L’Italia deve introdurre norme “chiare e applicabili” per regolare “la spinosa questione” del conflitto d’interessi dei parlamentari. Perché “questa situazione insoddisfacente si traduce in un processo piuttosto difficile di verifica delle possibili cause di ineleggibilità e incompatibilità, che rischia di compromettere efficacia dell’intero sistema”. È quanto sostiene l’organo anticorruzione del Consiglio d’Europa (Greco) in una delle 12 raccomandazioni contenute nel rapporto sull’Italia in cui analizza le misure anticorruzione di parlamentari e magistrati. Secondo gli esperti “le regole esistenti sono difficili da applicare” e questo “va a scapito della complessiva trasparenza e efficienza del sistema”. Nel rapporto si sottolinea che “l’alto numero di leggi e disposizioni, i relativi emendamenti e una generale mancanza di consolidamento e razionalizzazione delle norme, conduce a un quadro confuso del conflitto d’interessi”. Questo “crea problemi per l’applicazione delle regole esistenti e anche della loro comprensione”.