Esplosione a Calenzano: le vittime salgono a cinque. Tre i feriti gravissimi. Intanto s’indaga per omicidio colposo plurimo

Trovato il corpo dell'ultimo disperso nell'esplosione. Sale a 5 il numero delle vittime. Tre i feriti ancora in gravissime condizioni

Esplosione a Calenzano: le vittime salgono a cinque. Tre i feriti gravissimi. Intanto s’indaga per omicidio colposo plurimo

Il corpo dell’ultimo disperso nell’esplosione avvenuta lunedì mattina nel deposito di carburanti Eni a Calenzano è stato trovato ieri in tarda mattinata. Sale così a cinque il numero delle vittime che hanno perso la vita nell’immediatezza dell’incidente. A queste vanno poi aggiunti i due operai ricoverati in prognosi riservata nella terapia intensiva del centro ustioni dell’ospedale di Pisa e un terzo ricoverato in terapia subintensiva a Careggi. Tutti gli altri feriti sono stati dimessi.

S’indaga per omicidio colposo plurimo. Ma non si escludono altre contestazioni

Sul fronte delle indagini la procura di Prato ha aperto un fascicolo per omicidio colposo plurimo. Ma, da quanto appreso, ci sarebbe almeno anche un’altra contestazione. Dalla procura però non trapela alcuna informazione su quale sia l’altro titolo di reato, né se siano già state iscritte delle persone nel registro degli indagati.

Di sicuro si sa che sono l’esplosivista Roberto Vassale e il chimico esplosivista Renzo Cabrino i due consulenti incaricati dagli inquirenti per svolgere accertamenti per le indagini sulla deflagrazione. Entrambi hanno tra l’altro già lavorato come periti nella strage di Capaci, inchiesta di cui si è occupato il procuratore di Prato, Luca Tescaroli, quando era pm a Caltanisetta. In tutto sarebbero quattro i consulenti nominati dalla procura oltre a un ausiliario, sempre secondo quanto si apprende oggi in ambienti investigativi.

Riguardo alle indagini, ieri la procura aveva reso noto di aver coinvolto negli accertamenti i carabinieri e di aver chiesto l’intervento di Arpat, l’Agenzia regionale per la protezione ambientale della Toscana, e l’Asl Toscana centro “per evidenziare profili di possibili responsabilità sul luogo del teatro dell’esplosione”.

Eni: “Prematuro ipotizzare le cause dell’esplosione”

Ieri si è fatta sentire anche Eni con una nota: “Alla luce degli aggiornamenti relativi alle persone rimaste coinvolte nell’incidente di Calenzano, Eni desidera esprimere nuovamente la propria vicinanza alle famiglie delle persone decedute e alle persone ferite o comunque coinvolte”.

“In merito alle molteplici ipotesi della prima ora che stanno emergendo in merito alla dinamica e cause dell’incidente”, continua la società, “Eni conferma che sta collaborando strettamente con l’autorità giudiziaria per individuare quanto prima, in modo rigoroso tramite le opportune e approfondite verifiche tecniche, le cause reali dell’esplosione, delle quali è assolutamente prematuro ipotizzare la natura. Ogni informazione di dettaglio sarà messa a disposizione da Eni alle autorità giudiziarie che stanno conducendo le indagini, anche a salvaguardia del segreto investigativo”.

Intanto è stato appurato che poco prima dell’incidente, un operatore che era nel deposito ha dato l’allarme pochi istanti prima dell’esplosione. Confermato inoltre che le fiamme sono partite dalla pensilina numero 6 dell’area di carico, che ne conta 10. Alla prima deflagrazione delle 10:21 e 30 secondi, è seguita poi una catena di esplosioni che ha coinvolto almeno cinque autocisterne.

Il sindaco di Calenzano: “Spostare il deposito Eni”

Ieri il sindaco di Calenzano Giuseppe Carovani è tornato a chiedere di spostare il deposito dell’Eni: “Il presidente della Regione Eugenio Giani ha definito questo luogo inappropriato, io condivido questa valutazione”, ha dichiarato. “Credo che come istituzioni dovremo interrogarci su come risolvere questo nodo, perché il contesto in cui questo sito è inserito, sia da un punto di vista infrastrutturale, sia per la presenza di attività produttive nelle circostante e dell’abitato vicino rende oggi sostenibile questa presenza. Proprio questa vicenda ha dimostrato che la situazione può innescare incidenti che probabilmente sono stati contenuti grazie all’intervento tempestivo dei vigili del fuoco. Porremo il problema. Non so se  potrà essere risolto nei termini della chiusura. Credo che come sono le situazioni non i può continuare a gestire così questo impianto”.

Manca il gasolio, problemi per il Tpl di Firenze

La chiusura del deposito di Calenzano e lo sciopero in quello di Livorno potrebbero provocare problemi per l’operatività del servizio di trasporto pubblico. A dirlo, Autolinee Toscane, società che gestisce il trasporto pubblico su gomma a Firenze e in Toscana. AT, si legge nella nota, “informa che, a seguito della ovvia e comprensibile indisponibilità di gasolio nello stabilimento e raffineria di Calenzano dopo il drammatico incidente, e il contemporaneo sciopero e assemblea dei lavoratori della raffineria Eni di Livorno, c’è un impedimento al normale approvvigionamento dei serbatoi di stoccaggio nell’area fiorentina. Questo potrebbe provocare sensibili disagi per l’utenza, poiché i bus rimasti senza carburante non potranno entrare a fare il servizio di trasporto pubblico locale”.