Esposto di Calderoli contro il procuratore di Trieste che ha criticato i Referendum sulla Giustizia

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Esposto di Calderoli contro il procuratore di Trieste che ha criticato i Referendum sulla Giustizia

Un esposto al Guardasigilli e al Procuratore Generale della Cassazione “contro le parole del procuratore di Trieste che ha sostenuto gravi inesattezze contro i referendum”. Il tutto “mentre non ci sono ancora risposte delle alte cariche istituzionali (a partire da Quirinale e Palazzo Chigi) che sono state invitate a esprimersi in vista del voto”.

Lo afferma il vicepresidente del Senato Roberto Calderoli che da giorni è in sciopero della fame contro il silenzio sui quesiti del 12 giugno. In particolare, si rileva che “è falso quanto dichiarato dal procuratore di Trieste Antonio De Nicolo a proposito degli effetti dei referendum sulla Giustizia.

Critiche e polemiche sul Referendum

Il magistrato ha contestato i quesiti referendari sostenendo che – con la vittoria dei Sì – alcuni arresti per traffico di droga che ha illustrato in una conferenza stampa non sarebbero stati possibili. Falso. I venditori di morte citati dal procuratore finiranno in manette come prevede la legge, per la precisione l’articolo 74 della norma sugli stupefacenti”.

“Di referendum si parla poco, non possiamo accettare che quel poco sia pure inesatto o addirittura falso” dice Calderoli. Si ricorda che in vista dei quesiti la situazione è questa: un solo giorno per votare, a scuole chiuse, in periodo di vacanze, con l’obbligo di mascherina. Il tutto senza adeguato dibattito mediatico e politico, con le reti Rai che mandano in onda monologhi a sostegno dell’astensione come quello di Luciana Littizzetto. “Ci aspettiamo parole chiare da parte del Capo dello Stato e del Presidente del Consiglio” sottolineano i promotori dei referendum.