L’Europa condanna i migranti a rimanere a bordo della Sea Watch. L’appello di Conte resta inascoltato: “C’è incapacità di gestire con meccanismi condivisi questo fenomeno”

Strasburgo dà ragione a Palazzo Chigi non accogliendo la richiesta con la quale la Ong Sea Watch chiedeva lo sbarco immediato dei migranti

“In Italia stiamo vivendo l’ennesima crisi, l’ennesimo caso emergenziale, quello della Sea Watch”. Un caso, ha detto questa sera il premier Giuseppe Conte nel corso di una dichiarazione congiunta con il presidente francese Emmanuel Macron a margine del vertice dei paesi dell’Europa del Sud a Nicosia, “che denuncia l’incapacità di gestire con meccanismi condivisi questo fenomeno”. “Ma colgo l’occasione – ha aggiunto il presidente del Consiglio – di manifestare ringraziamenti ai paesi amici che hanno dato disponibilità per la prospettiva di una redistribuzione”.

Conte, nel corso del suo intervento al vertice di Cipro, ha detto che al momento l’Italia ha ricevuto la disponibilità per il ricollocamento dei migranti della Sea Watch 3 “da parte di Germania, Francia, Portogallo, Romania e Malta” e ha annunciato che questa sera, al suo rientro a Roma, il tema sarà al centro di un vertice con i vicepremier Matteo Salvini e Luigi Di Maio.

“Per la Sea Watch 3, che si trova vicino alle coste siciliane, bisogna applicare tre principi – ha detto invece nel corso del suo intervento Macron -: il principio dello sbarco nel porto più vicino, cioè l’Italia, il principio della distribuzione dell’onere”. Principio, ha aggiunto il presidente francese, dal quale la Francia “non si è mai sottratta”  e, infine, “il diritto, ovvero dobbiamo fare in modo che le ong rispettino le regole”.

Intanto la Corte di Strasburgo non ha accolto la richiesta della Ong Sea Watch di ordinare all’Italia lo sbarco dei 47 migranti che si trovano a bordo della nave ma ha chiesto al Governo di “prendere il prima possibile tutte le misure necessarie per assicurare ai ricorrenti cure mediche adeguate, cibo e acqua”. Per i minori non accompagnati, la Cedu ha chiesto anche di garantire una “tutela legale” adeguata.