Eutanasia, non è mai troppo tardi. Per Letta ora tocca ai partiti. “Hanno la responsabilità di agire al più presto”

Per il segretario del Pd, Enrico Letta, sull'eutanasia è necessario sgomberare il confronto "da ogni polarizzazione tossica".

“Sul fine vita i partiti hanno la responsabilità di agire al più presto” e “io ritengo che ci siano le condizioni per farlo con equilibrio e con la massima condivisione possibile”. “L’importante è che si sgombri il confronto da ogni polarizzazione tossica”. È quanto ha detto a Repubblica il segretario del Pd, Enrico Letta, a proposito del dibattito sull’eutanasia legale dopo il No al referendum da parte della Consulta (leggi l’articolo).

Per Letta sull’eutanasia ci sono le condizioni per un intervento dei partiti

“Siamo chiamati – ha aggiunto Letta parlando ancora dell’eutanasia – a deliberare sull’autodeterminazione della persona e sulla sofferenza intima dell’essere umano in quanto tale. Esiste qualcosa di più universale? Credo di no. Con la stessa convinzione penso che nessuno possa onestamente dirsi immune dal dubbio e non avvertire sulle proprie spalle il dovere di intervenire su un bisogno così urgente e lacerante”.

Per il segretario dem l’unico modo per muoversi “è dentro il perimetro delimitato dalla Costituzione e dalle indicazioni della Consulta”. “È su questa base che si fonda la proposta di legge sulla morte medicalmente assistita promossa da Alfredo Bazoli e Nicola Provenza. Le condizioni per la depenalizzazione del reato di aiuto al suicidio sono molto stringenti: la presenza di una malattia irreversibile e di sofferenze intollerabili, l’accertamento dei trattamenti di sostegno vitale, l’esperienza provata di un percorso di terapia del dolore e cure palliative”.

“E poi un prerequisito non negoziabile: il libero arbitrio. È una proposta equilibrata, suscettibile di miglioramenti” ha osservato ancora Letta secondo il quale “la proposta non deve essere una bandiera di parte”, anche perché “il Paese ha bisogno di tutto fuorché di uno scontro di civiltà sulla vita e la morte”.

Certo “ci sono obiezioni, molte legittime. Ma l’esclusione da parte della Corte del quesito obbliga a un’unica via, quella parlamentare. E in un Parlamento come quello attuale, senza una chiara maggioranza politica, non può che trovarsi un punto di equilibrio tra posizioni diverse. Altrimenti, oltre alle polemiche, a continuare saranno solo le sofferenze, insieme alla perdita di credibilità della politica tutta”, ha concluso Letta.