Ex Civis, studenti e artisti provano a salvare l’Officina Pasolini: la rivolta contro la Farnesina

Studenti e artisti in rivolta contro la Farnesina: tutto per tutto per evitare lo sgombero dell'ex Civis e dell'Officina Pasolini.

Ex Civis, studenti e artisti provano a salvare l’Officina Pasolini: la rivolta contro la Farnesina

Studenti e artisti insieme. Sostenuti anche da parte delle istituzioni. Non si arrendono i tanti manifestanti presenti all’open day dell’hub culturale e della scuola di alta formazione musicale e teatrale gratuita della Regione Lazio dell’ex Civis. La speranza è quella di salvare l’Officina Pasolini e il Teatro De Filippo dallo sgombero, ormai deciso dal 2022, per far spazio ai locali della Farnesina.

Artisti, studenti e molti volti conosciuti si sono trovati davanti alla sede dell’ex Civis. Tra di loro c’è Marisa Laurito, ma anche Rocco Papaleo che parla di “cultura contro mala-politica”. E c’è Tosca, direttrice di Officina Pasolini, che sottolinea come in questo modo si perda anche “il Teatro De Filippo, che è un teatro storico, dove ha fatto spettacoli lo stesso De Filippo”. 

Di fronte alla Farnesina sono presenti anche Niccolò Fabi e Giovanni Truppi, insieme a tanti ex studenti. E c’è poi Daniele Silvestri: il cantautore romano è tra i più attivi in questa battaglia e si rivolge proprio alla Farnesina: “Vorrei qui Tajani, sono sicuro che non sia neanche informato di cosa facciamo ed è questo il problema”. 

Lo sgombero dell’ex Civis

Per l’ex Civis lo sgombero dalla sede di Officina Pasolini è deciso da tempo: fu stabilito da un accordo, siglato dalla giunta Zingaretti nel 2022, che prevede il trasferimento nella palazzina di fronte entro il 2025. Il governo vuole riprendersi la struttura del ministero degli Esteri per costruire una sala conferenza, un parcheggio e degli uffici. 

L’ex presidente della Regione Lazio, Nicola Zingaretti, sostiene di aver provato in passato a convincere il governo a rinunciare a quegli spazi, ma è stato inutile. Il problema non riguarda solo una questione storica o affettiva, perché – come sottolinea Tosca – con lo spostamento le aule finirebbero in “spazi più piccoli” e inoltre “scomparirebbero le aree verdi, che vogliono cementificare”.

Non solo, perché nel piano superiore della sede fino al 2019 c’era uno studentato. Che oggi si potrebbe riqualificare e utilizzare per ospitare gli studenti fuori sede, tanto più in un periodo in cui il caro affitti la fa da padrone. Mentre, come sottolineano i manifestanti, gli uffici si possono costruire ovunque. 

Uno spiraglio per l’Officina Pasolini

La manifestazione si è conclusa con uno spiraglio di speranza: alla fine sono arrivati dei funzionari della Farnesina e hanno chiesto a chi era presente al sit-in di preparare una lettera per mettere nero su bianco tutte le richieste. 

L’altra speranza prova a darla il Comune di Roma, che si è interessato della vicenda con il sindaco, Roberto Gualtieri, provando a dare anche un sostegno istituzionale a queste richieste. L’assessore capitolino alla Cultura, Miguel Gotor, non a caso parla di un “esempio virtuoso di centro di produzione culturale che deve avere un futuro in questa città”. Un futuro che la Farnesina può spazzare via.