L’incubo, per i lavoratori dell’ex Ilva, non è ancora finito. Con la rimodulazione delle attività, da ora a fine dicembre aumenterà il ricorso alla cassa integrazione, passando da 4.450 a circa 5.700 unità, con integrazione del reddito. Ad annunciarlo ai sindacati, durante il vertice a Palazzo Chigi, è il ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso. Dal primo gennaio, poi, le cifre sono destinate ad aumentare con il fermo delle cokerie per i lavori necessari alla decarbonizzazione: nel nuovo anno le persone in cig saranno 6mila, viene spiegato.
Allo stato attuale, l’organico effettivo dello stabilimento di Taranto dell’ex Ilva è di 7.938 unità, di cui 5.371 operai. Durante il confronto alla presidenza del Consiglio è arrivata, però, anche un’altra notizia: per la vendita dell’ex Ilva sarebbe in corso anche una trattativa “segreta”, con un soggetto che finora non è mai stato chiamato in causa in modo ufficiale. Urso ha parlato di quattro soggetti potenzialmente interessati al gruppo della siderurgia: non solo Baku Steel e i due fondi Flacks Group e Bedrock, ma anche un altro soggetto di cui però non è stato fatto il nome neanche in quest’occasione.
Ex Ilva, i sindacati chiedono l’intervento dello Stato
Intanto i sindacati continuano a chiedere un intervento diretto dello Stato per salvare gli stabilimenti dell’ex Ilva. Michele De Palma, segretario generale della Fiom, ritiene che l’unica soluzione sia “quella di una azienda partecipata pubblica. In questi giorni ho letto le dichiarazioni del ministro Urso che dice che non si può, per la nostra Costituzione, nazionalizzare: noi abbiamo sempre detto che va costituita una società a partecipazione a maggioranza pubblica che gestisca la fase di transizione dell’azienda. Il punto è che, ad oggi, non abbiamo nessuna notizia sul bando per l’eventuale acquisizione. La cosa che ci preoccupa di più è la situazione dal punto di vista finanziario e occupazionale”.
Di parere simile anche Ferdinando Uliano, segretario generale Fim Cisl: “Oggi abbiamo un solo altoforno. Ribadiremo al governo che per dare concretezza ad un piano industriale che parla di rilancio ci vuole un ruolo importante da parte dello Stato e costruire le alleanze con i privati. La situazione sta drammaticamente peggiorando, aspettiamo cosa ci dice il Governo e poi faremo le nostre valutazioni”. Il tavolo tra governo e sindacati è stato sospeso dopo l’annuncio dell’estensione della cassa integrazione per i lavoratori dell’ex Ilva.