Famiglia nel bosco, Salvini e Roccella all’attacco dei magistrati che confermano l’allontanamento dei tre minori

Famiglia del bosco, Salvini e Roccella attaccano i giudici della Corte d'appello. "Vergogna", "Cambieremo il sistema".

Famiglia nel bosco, Salvini e Roccella all’attacco dei magistrati che confermano l’allontanamento dei tre minori

Potevano perdersi la ghiotta opportunità di cavalcare la polemica, continuando ad attaccare la Magistratura? Neanche per sogno. E infatti ieri i ministri Matteo Salvini ed Eugenia Roccella, seguiti da mezzo governo, non hanno tentennato un secondo prima di andare contro la Corte d’Appello dell’Aquila, “rea” di aver rigettato il reclamo dei legali dei genitori della “Famiglia del bosco” contro l’ordinanza del tribunale per i Minorenni dell’Aquila, che aveva sospeso la responsabilità genitoriale a Nathan e Catherine e disposto il collocamento dei loro tre figli minori in una casa famiglia a Vasto.

La Corte d’Appello conferma l’allontanamento dei tre minori

Il ricorso era stato presentato dai genitori, che speravano in un ricongiungimento familiare e nella revoca del provvedimento, ma i giudici di secondo grado hanno però confermato l’ordinanza, ritenendo ancora sussistenti le condizioni che hanno portato all’allontanamento dei bambini dal contesto familiare. Nel provvedimento resta inoltre confermata la sospensione della responsabilità genitoriale.

La Corte, infatti, ha individuato ”gravi e pregiudizievoli violazioni dei diritti dei figli all’integrità fisica e psichica, all’assistenza materiale e morale, alla vita di relazione e alla riservatezza”. Un rigetto che lascia immutata la situazione dei minori, dallo scorso 20 novembre ospitati nella struttura di Vasto, nella quale si trova anche la madre, che può stare con i bambini in alcuni momenti della giornata.

L’attacco di Salvini ai giudici

Una sentenza che Salvini ha commentato su X in questo modo: “Per questi giudici una sola parola: vergogna. I bambini non sono proprietà dello Stato, i bambini devono poter vivere e crescere con l’amore di mamma e papà!”.

Roccella a gamba tesa

Contemporaneamente la ministra per la Famiglia vergava su Facebook: “E così, neanche per Natale i bambini della cosiddetta ‘Famiglia nel bosco’ potranno tornare a casa con mamma e papà”. “Di questa famiglia abbiamo letto tutto e di tutto, con un’intromissione di apparati dello Stato in scelte e stili di vita che – aggiunge – ciascuno è libero di non condividere, ma che ancora non si capisce cosa abbiano a che fare con una decisione, quella di separare i figli dai genitori, che dovrebbe essere assunta solo in casi estremi e di fronte a pericoli vitali”.

“Abbiamo letto sui giornali le valutazioni dei magistrati e dei servizi sociali sulle potenziali conseguenze di abitudini e scelte educative”, aggiunge Roccella, “ma assai meno sembra che ci si preoccupi delle conseguenze psicologiche che l’allontanamento dalla famiglia può produrre su bambini così piccoli, e che sono destinate a durare”.

“Cambieremo il sistema”

Quindi l’affondo contro i giudici: “Non si tratta di contrapporre l’Eden del bosco al Moloch statale, ma di ribadire un concetto che troppo spesso ormai sembra essere dimenticato: gli allontanamenti dei minori devono essere un’extrema ratio, dettata da rischi gravissimi e immediati, non decisioni che, con tutto il rispetto, legittimano il sospetto che ci si trovi al tempo stesso di fronte a una deriva ideologica e a un arroccamento corporativo. Quando ci sono di mezzo i bambini”, conclude la ministra, “non devono esistere né ideologie né corporazioni. Faremo tutto ciò che è possibile e che è necessario per cambiare questo sistema, nel supremo interesse dei minori”.

Per Matilde Siracusano, sottosegretario ai Rapporti con il Parlamento (Fi) “staccare i bambini dai propri genitori rappresenta il gesto più estremo e doloroso che si possa compiere. Farlo nel periodo di Natale, un momento simbolo di affetto e calore familiare, è ancor più inaccettabile. Errare è umano, perseverare è diabolico”.

“È fondamentale riflettere sulle conseguenze di scelte così drastiche e fare in modo che l’interesse dei minori rimanga sempre al centro”, continua la sottosegretaria, “Tanti bambini hanno paure e fragilità, alcune quotidiane e innocue, come la paura della doccia, che anche mio figlio conosce. È nostro dovere proteggerli e tutelarli in ogni circostanza, senza derive che sembrano più ideologiche e non invece dettate dal buonsenso”.

E Pro Vita & Famiglia onlus si appella a Nordio

 Pro Vita & Famiglia onlus si è rivolta direttamente al ministro Carlo Nordio. Secondo il suo portavoce, Jacopo Coghe, “è uno scandalo trattenere i bambini della “Famiglia nel bosco” con i servizi sociali e negare loro di passare il Natale riuniti con i genitori. Questo strapotere dello Stato è una ferita intollerabile. Chiediamo al ministro Nordio – come chiedono oltre 50.000 cittadini firmatari della nostra Petizione – di velocizzare immediatamente l’iter di verifica della procedura giudiziaria in corso e tutelare il primato educativo di coniugi Trevallion e riunire una famiglia ingiustamente devastata”.