Famiglie senza reddito, un milione sul lastrico

di Antonello Di Lella

Marito e moglie entrambi senza lavoro. Dati alla mano la triste realtà cresce sempre di più.
E come se non bastasse la disoccupazione in sé, ormai a livelli siderali e pure in crescita, dagli ultimi rilevamenti dell’Istat viene fuori una verità ancora più brutale: intere famiglie che provano a tirare avanti senza contare su alcun reddito da lavoro. Le rilevazioni dell’Istituto di statistica parlano chiaro, sin troppo, e nel 2013 salgono ancora le famiglie senza reddito da lavoro arrivando a oltrepassare la soglia del milione. Una crescita nell’ultimo anno del 18,3% che tradotta in numeri significa altre 175 mila famiglie finite nella speciale classifica dell’Istat che le inserisce nel gruppo di coloro che “con tutte le forze sono alla ricerca di lavoro”.

Coppie con figli disperate
Situazione ancor più grave per le coppie con figli. Sono queste le situazioni più critiche e stiamo parlando di quasi mezzo milione di persone a cui vanno aggiunti più di 200 nuclei monogenitore e, in quest’ultimo caso, il solo capofamiglia è una donna. Stando così le cose i membri “attivi”’ sul mercato, in età lavorativa, non hanno un posto e devono reperire le risorse necessarie per andare avanti da altre fonti di reddito, diverse dalla busta paga. Per i più fortunati entrano in campo i genitori che, magari, già in pensione riescono a dare una grossa mano agli sfortunati figli senza lavoro. C’è poi chi ha investito in passato nel mattone e che quindi riesce a ritirare l’affitto a fine mese. Ma l’identikit di queste famiglie varia dagli anziani, ormai fuori dal mondo del lavoro, con un figlio disoccupato e l’altro ancora studente, alla giovane madre alla ricerca di un impiego che deve farsi carico dei bambini senza l’aiuto del padre; dal single che ha perso il posto alla coppia di giovani che non riesce a trovare ancora un impiego.

Senza alcuna certezza
Nella maggior parte dei casi stiamo parlando di storie dietro le quali si nascondono forti disagi. Anche familiari che vanno al di là della mancanza di un’occupazione. Comunque sia la costante è la mancanza assoluta di qualsiasi certezza. Sicuramente però dietro queste coppie, famiglie, che non lavorano ci sono anche storie molto fortunate di chi può permettersi di andare avanti senza lavorare perché campa di rendita. Persone che possono contare su forti rendite, i cosiddetti rentier. Questi ovviamente sono solo una stretta minoranza.

Mezzogiorno vessato
Il conto più caro, come spesso accade nel nostro Paese, lo paga il sud. È il Mezzogiorno che con 598 mila famiglie guida la drammatica classifica. Seguono il nord, che ne ha 343 mila, e il centro, con 189 mila. C’è poco da star sereni però in tutta Italia perché il fenomeno sta avanzando inesorabilmente e per ora non si intravede una via d’uscita in tempi molto rapidi. Anche le ultime stime presentate da Palazzo Chigi non fanno vedere niente di buono. Per il 2014 non ci sarà alcun miglioramento e solo entro la fine del prossimo anno la disoccupazione dovrebbe leggermente calare. Una cosa è certa: il problema resterà ancora molto significativo per la nostra economia con dati drammatici in tutto e per tutto. Il fenomeno, a confronto con due anni prima, è addirittura aumentato del 56,5%. E i conti non tornano, o meglio tornano quelli della crisi, se si va a guardare il numero dei nuclei in cui tutti i componenti che partecipano al mercato del lavoro hanno un’occupazione, pari a 13 milioni 691 mila, in calo di 281 mila unità (-2%). Le nuove medie annue presentate dall’Istituto nazionale di statistica, intrecciate con i dati relativi alle condizioni familiari e occupazionali, non fanno altro che confermare il dramma occupazionale che ha contraddistinto l’anno 2013. E che purtroppo sta segnando anche l’anno in corso.

Vendite in calo
Il quadro desolante sulle famiglie italiane senza alcun reddito di lavoro inevitabilmente dovrebbe incidere anche sui consumi. Brutta aria quindi anche per i commercianti che potrebbero pagare le gravi conseguenze di tutto ciò. Le prime stime appaiono piuttosto allarmanti con un’incidenza sui conti che potrebbe avere un impatto fortemente negativo con un crollo del 65-70%. Previsioni troppo drammatiche? Questo lo staremo a vedere, anche aspettando i provvedimenti che il governo ha annunciato in materia per rilanciare l’occupazione. Già nel 2013 i consumi sono calati del 2,6%. I dati rilevati da Unimpresa lasciano, però, qualche barlume di speranza e nel 2014 la ripresa dovrebbe cominciare. Seppur minima per le vendite al dettaglio. Soffermandoci sul commercio la crisi maggiore la fanno registrare i piccoli negozietti con un calo della clientela del 6,5%. Anche i supermercati non stanno attraversando un bel periodo con un -2,1%. Respirano i discount con un’inversione di tendenza e un +4,8%. Un segnale che parla chiaro: i consumatori sono sempre più a caccia delle offerte vantaggiose per tirare la cinghia e risparmiare qualche quattrino.