Favori ai boss in cambio di voti. Guai in vista per il senatore della Lega Marti. Domani il Senato deciderà sulle intercettazioni

Domani la Giunta per le elezioni e le immunità parlamentari del Senato dovrà pronunciarsi sulla richiesta di autorizzazione all’utilizzo di intercettazioni di conversazioni telefoniche del senatore leghista Roberto Marti fatta dal gip Giovanni Gallo, nell’ambito di un inchiesta nei suoi confronti sull’ipotesi di voto di scambio nell’assegnazione di alcune case popolari a vantaggio anche di un esponente della Sacra Corona Unita. Lo scorso anno la Camera stabilì che la competenza era di Palazzo Madama, essendo l’esponente del Carroccio all’epoca dei fatti deputato ma attualmente senatore.

Per quasi un anno, nonostante tale provvedimento fosse stato subito comunicato da Montecitorio al Tribunale di Lecce, il giudice per le indagini preliminari non è stato messo a conoscenza della decisione e quando ne è stato informato, il 25 settembre, ha presentato la richiesta al Senato. Marti è indagato per tentato abuso di ufficio, falso ideologico aggravato e tentato peculato insieme a due ex assessori di Lecce, un funzionario comunale, e altri tre.

“Il senatore Marti – ha sostenuto nei giorni scorsi la senatrice pentastellata Barbara Lezzi – è un uomo forte della Lega di Salvini in Salento. Prima di essere deputato nella scorsa legislatura è stato assessore ai servizi sociali del Comune di Lecce. L’inchiesta della Procura di Lecce in cui è coinvolto nasce da una sospetta assegnazione di un immobile sequestrato alle organizzazioni mafiose salentine ad un elemento di spicco della Sacra Corona Unita”.