Fedez che doma il cavallo della Rai: il murales a Roma

L'opera dell’artista Harry Greb è  spuntata questa mattina in via Podgora, a due passi da viale Mazzini. Fedez è in groppa al Cavallo Morente

Fedez che doma il cavallo della Rai: il murales a Roma

“Non è la Rai”, la nuova opera dell’artista Harry Greb, è  spuntata questa mattina in via Podgora, a due passi da viale Mazzini, dove si trova la storica sede della Rai. Il protagonista è Fedez, che si trova in groppa al Cavallo Morente, opera dello scultore Francesco Messina che si trova esposto all’ingresso della sede principale della Rai, in viale Mazzini 14.

Fedez che doma il cavallo della Rai: il murales a Roma

Nell’opera di Greb invece Fedez è ritratto come un cavaliere di altri tempi ma con le scarpe Nike ai piedi (per fortuna niente cappellino, altrimenti la Lega si sarebbe arrabbiata). L’agenzia di stampa Dire scrive che Fedez sembra domarlo con le sue parole che scandisce attraverso un microfono rosso.

Sul fianco del cavallo si leggono scritte come ‘Censura tv pubblica + bugie pubbliche’, ‘Ddl Zan’, ‘Provita o profitti?’, ‘Diritti dei lavoratori’ e ‘Stop omofobia’. Così Harry Greb, che negli ultimi mesi ci ha abituato alla sua cronaca per immagini murali, racconta ciò che sta accadendo in queste ore. Non pare una presa di posizione netta da una parte o dall’altra, piuttosto la sua opera sembra descrivere una sorta di scontro generazionale tra le nuove vie di comunicazione e la tv pubblica.

Intanto oggi a Rtl il deputato del Pd Alessandro Zan, parlando del ddl contro l’omofobia, ha elogiato il cantante: “Fedez è un artista che come tanti altri non accetta che nel Paese dove vive ci siano discriminazioni nei confronti di persone che subiscono quotidianamente crimini d’odio per la loro condizione personale. Negli Usa è normale: gli artisti denunciano ogni forma di discriminazione e di violenza”. Sul caso Fedez “dalla Rai mi sarei aspettato delle scuse più importanti, la Rai non ha fatto una bella figura, mi aspetto che queste cose non succedano più. In un Paese civile non può esserci nessuna forma di censura”.

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