Fermare subito il caro bollette. Imprese e famiglie vanno tutelate. Parla il deputato M5S Luca Sut: servono più risorse. “Sì al contributo di solidarietà degli operatori”

Parla il deputato M5S Luca Sut: servono più risorse per fronteggiare il caro bollette. "Sì al contributo di solidarietà degli operatori".

Fermare subito il caro bollette. Imprese e famiglie vanno tutelate. Parla il deputato M5S Luca Sut: servono più risorse. “Sì al contributo di solidarietà degli operatori”

Sono attese in Consiglio dei ministri le prime misure contro il caro-bollette (leggi l’articolo). Luca Sut, capogruppo M5S in commissione Attività produttive della Camera, cosa vi aspettate e cosa proponete?
“Oltre alla pandemia nei prossimi mesi dovremo continuare a fronteggiare il caro bollette. Adottare altre misure per sostenere famiglie e imprese è una priorità assoluta e abbiamo insistito affinché arrivassero novità già da questo Cdm. Se non si fa di più per limitare gli aumenti il Paese rischia di andare fuori dai binari della ripresa. I maggiori costi sostenuti dalle imprese non mettono solo in pericolo la continuità del sistema produttivo ma finiscono inevitabilmente sui cittadini. Già durante l’esame della Manovra, consapevoli che il pur notevole stanziamento di 3,8 miliardi non sarebbe stato sufficiente, abbiamo messo sul tavolo altre proposte. Nel prossimo decreto va inserito un sistema per utilizzare strutturalmente i proventi delle aste CO2. Avremo così a disposizione un tesoretto da impiegare stabilmente contro i rincari. I prezzi sono in evoluzione ma in audizione il ministro Cingolani ha parlato di 1,5 miliardi di euro. È una base da cui partire. Ovviamente vanno recuperate altre risorse e servirà uno scostamento di bilancio. Sull’Iva va fatto un ragionamento. Se lo Stato incassa di più grazie agli aumenti poi quelle risorse vanno usate contro i rincari. Serve anche un contributo di solidarietà da parte degli operatori che hanno ottenuto grandi profitti”.

La Lega ritiene che voi siate confusi sul nucleare, che abbiate cioè frainteso il no di Cingolani al nucleare.
“In realtà abbiamo fatto chiarezza sia nell’audizione del ministro in Commissione sia nel Question time di ieri, smascherando la propaganda leghista e di altri partiti del centrodestra. Cingolani ci ha confermato che oggi l’opzione nucleare per l’Italia è fuori discussione. La tecnologia di quarta generazione non è disponibile: parliamo al massimo di sperimentazioni, non certo di tecnologie pronte all’uso. Oggi l’unico nucleare di cui potremmo disporre è quello contro cui si sono espressi due volte gli italiani con un referendum. E poi c’è la questione tempo. È una soluzione che non sarebbe in grado di produrre un Kilowattora di energia prima di 10-15 anni minimo. Evidentemente non è uno strumento contro il caro bollette: anzi, rischia di distogliere energie e risorse laddove bisogna dare risposte efficaci alla crisi energetica”.

Quale la sua opinione sul percorso che dovrebbe portare in Europa all’inserimento del gas e del nucleare nella tassonomia verde?
“Nucleare e gas non possono essere considerate fonti green, perché non lo sono. Come si può pensare di parlare di investimenti sostenibili in questo settore? Ogni singolo euro investito va utilizzato per accelerare la rivoluzione delle rinnovabili e dell’efficienza energetica. Già oggi le rinnovabili sono tecnologie disponibili e più competitive”.

Sono attese anche in Consiglio dei ministri misure sui sostegni ai settori più colpiti dalle nuove restrizioni anti-Covid. Da dove partire?
“Le nuove restrizioni provocano altri stop per diversi settori, comparti fondamentali per l’economia. Il turismo – soprattutto quello della montagna che quindi ha bisogno di un’attenzione particolare – paga un prezzo altissimo. Bisogna garantire interventi urgenti attraverso le misure di supporto già utilizzate durante la prima fase della pandemia. Se non si interviene molte attività potrebbero non aprire più e questo non deve accadere”.