Neanche il tempo di festeggiare ai referendum (vinti senza avervi partecipato), che già il centrodestra si spacca praticamente su tutto: terzo mandato, Ius scholae e fine vita. Temi sui quali ieri i leader di maggioranza hanno tenuto un tesissimo faccia a faccia durante la riunione di maggioranza a Palazzo Chigi – alla presenza della presidente del Consiglio Giorgia Meloni, dei vice premier Matteo Salvini e Antonio Tajani.
Sul fine vita il centrodestra non trova l’accordo
Il tema era il ddl Fine vita, cioè la disponibilità delle cure palliative e il ruolo del coinvolgimento del Servizio sanitario nazionale. Qui l’accordo non c’è, tanto che il tutto si è risolto con l’ipotesi di dar vita a un comitato etico nazionale, composto da membri nominati con decreto della presidenza del Consiglio dei ministri.
Il testo base che il centrodestra proporrà il 17 giugno in Senato dovrebbe prevedere la creazione del comitato, attribuendo al dpcm la nomina dei membri. Tutto ancora da decidere, insomma. Per dirla con le parole di Salvini: “Con calma…”.
Ius Schole, Tajani: “Non devo chiedere il permesso”
Più evidente lo scontro sullo Ius scholae, rilanciato da Tajani: “Il risultato del referendum ha dimostrato che avevamo ragione: 5 anni sono pochi, noi diciamo che siamo per concedere la cittadinanza dopo 10 anni di scuola con profitto. Abbiamo presentato una proposta di legge, perché per noi la cittadinanza è una cosa seria. Andiamo avanti, sullo Ius scholae bisogna andare avanti. La legge è giusta”, ha detto.
E a chi gli ha fatto notare che sul tema ci sia la contrarietà della Lega, ha risposto: “Non devo chiedere il permesso in Parlamento per presentare una legge. In politica si discute, io non do ordini, ma nemmeno li prendo”.
Lo stop di Sardone
Immediata la risposta del Carroccio, per bocca della pasionaria Silvia Sardone: “I risultati del referendum sulla cittadinanza chiudono definitivamente ogni spiraglio per l’introduzione dello ius soli e dello Ius scholae”.
“La linea pro-immigrazione comincia a creare malcontento anche tra gli elettori più fedeli alla sinistra. È quindi evidente che la maggioranza degli italiani non è favorevole a modifiche permissive della legge sulla cittadinanza, come invece auspica la sinistra. Anzi, serve andare nella direzione opposta: rafforzare i criteri di concessione”, ha aggiunto la vicepresidente della Lega.
Terzo mandato, Fi dice “no”
Ma tra Fi e Lega l’attrito è arrivato anche sull’ipotesi terzo mandato: “Noi siamo contrari, è la posizione che abbiamo sempre avuto. Noi siamo pronti ad ascoltare tutti. Il terzo mandato poi devi farlo anche per i sindaci e diventa una cosa troppo complicata, non si può fare alla vigilia del voto. Ma noi per principio – ha ribadito Tajani – siamo contrari al terzo mandato”.
Posizioni che restano distanti, con la Lega favorevole, mentre Fratelli d’Italia ha confermato la volontà di discutere della materia. Intanto per oggi è in programma il Consiglio federale della Lega per rilanciare la candidatura di Luca Zaia in Veneto.