Fisco, lavoro, ambiente. L’agenda Draghi è ferma solo ai titoli. Si comincia da Recovery Plan e Piano vaccini. Poi le riforme indicate dall’Ue su tasse giustizia e burocrazia

Fisco, lavoro, ambiente. L’agenda Draghi è ferma solo ai titoli. Si comincia da Recovery Plan e Piano vaccini. Poi le riforme indicate dall’Ue su tasse giustizia e burocrazia

Dopo un primo giro per sondare la disponibilità dei partiti e provare a tracciare un perimetro di quella che potrebbe essere la maggioranza a sostegno di un esecutivo con la sua guida, è tempo per il premier incaricato Mario Draghi di entrare nel vivo e tracciare le linee guida di quello che dovrà essere il suo programma. Ieri si sono svolti i primi incontri del secondo round di consultazioni, che hanno visto protagonisti i partiti minori, ed è stata la leader di Più Europa, Emma Bonino, a sottolineare che, al di là delle priorità programmatiche prospettate dall’ex presidente della Bce (Recovery plan, accelerazione sulla somministrazione dei vaccini, piano per l’occupazione, scuola, investimenti e infrastrutture), la cornice entro la quale intende muoversi è quella di “Una scelta convinta per il processo europeo e schieramento atlantico in politica estera”.

Non a caso le tre riforme che Draghi ha in mente di attuare sono quelle volute anche dall’Ue, già prospettate nelle Raccomandazioni e i pareri sulle politiche economiche, occupazionali e di bilancio degli Stati membri adottate nel luglio scorso dal Consiglio Ue e che dovranno trovare spazio nel piano di ripresa da presentare alla Commissione: giustizia civile, sburocratizzazione della pubblica amministrazione e fisco.

A confermarlo è stato anche il senatore del Psi, Riccardo Nencini che, dopo le consultazioni, ha spiegato che “quando Draghi parla di europeismo, parla anche di sfida, tanto che è arrivato a mettere sul tavolo la questione del bilancio comune europeo”, concetto confermato anche da Bruno Tabacci: “Draghi sostiene che serve una autonoma capacità fiscale della Ue per dotarne il bilancio delle risorse necessarie per la mutualizzazione del debito buono. Ha poi notato che sugli investimenti dal 1995 il Paese è regredito ed era arrivato addirittura a zero. Le sue parole – continua – sono di conforto per chi spera che l’Italia possa svoltare e trarre da questa grande calamità che è stata la pandemia una grande opportunità di ripresa dello sviluppo”.

Sviluppo, spiega ancora Nencini, da rendere possibile con una road map divisa in quattro punti con “Un’attenzione particolarissima al mondo del lavoro orientata sia sul turismo sia sulle creazione di grandi infrastrutture. E infine scuola”. Nencini ha anche specificato di non aver parlato “Con Draghi di tempi sulla formazione del governo”, ma in molti scommettono che la squadra possa essere ufficializzata nella giornata di domani: dopo l’incontro di oggi coi partiti maggiori potrebbe svolgersi un round con le parti sociali e poi il presidente incaricato potrebbe salire al Colle per riferire a Sergio Mattarella l’esito dei suoi colloqui.

Se fosse confermato un sostegno ampio, Draghi potrebbe sciogliere la riserva e presentare la lista dei ministri poco dopo. “Ci ha detto che sceglierà i migliori”, ha affermato il presidente di Noi con l’Italia, Maurizio Lupi, al termine dell’incontro a Montecitorio con il presidente del Consiglio incaricato, sottolineando che la sua formazione “sta rispondendo con serietà e responsabilità all’appello rivolto dal presidente Mattarella che ha chiesto un governo di alto profilo, che non debba identificarsi con alcuna formula politica.

Per quanto ci riguarda non credo ci debbano essere veti, se non la condivisione di un programma”. In ogni caso, al momento, e Draghi non ha dato nessuna indicazione sulla natura del prossimo esecutivo (ovvero politico, tecnico o un mix delle due formule) né ha fatto nomi di possibili ministri o indicato una tempistica sui prossimi passaggi. Anche perché lo scoglio vero sarà quello da affrontare oggi con i partiti maggiori.