Fitto chiede lealtà alle opposizioni. Ma sul Pnrr ormai è tutto deciso

Il ministro Fitto invoca la convergenza di M5S e Pd. Ma è un invito a tempo scaduto perché il Pnrr è già blindato.

Fitto chiede lealtà alle opposizioni. Ma sul Pnrr ormai è tutto deciso

Incassato il via libera sulle modifiche al Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr) da Bruxelles, il governo di Giorgia Meloni si appresta all’ultimo sprint. “Abbiamo modificato una serie di misure che sono state fuori dal Pnrr che consentiranno di dare risposte al contesto che viviamo” è quanto dichiarato a Giù la maschera su Radio1 Rai dal ministro per gli Affari europei, le politiche di coesione e il Pnrr, Raffaele Fitto.

Il ministro Fitto invoca la convergenza di M5S e Pd. Ma è un invito a tempo scaduto perché il Pnrr è già blindato

“La quarta rata riguarda un po’ tutti i settori. Scuola, ambiente, transizione digitale e verde, interventi di carattere infrastrutturale: obiettivi intermedi che accompagnano delle misure” ha aggiunto il meloniano spiegando che “il Governo ha fatto una scelta molto complessa nella fase iniziale. Ha chiesto alla Commissione europea di modificare gli obiettivi della quarta rata. La Commissione ha approvato il raggiungimento di questi obiettivi. Ad agosto abbiamo presentato una revisione complessiva del Piano. Obiettivi da realizzare e da raggiungere, ben 145 su 295, che interessano tutte le rate dalla quinta alla decima”.

Quanto deciso dal governo è “un riassetto che ci consentirà di guidare questa fase perché è cambiato il contesto socioeconomico e, bisogna rendere più realizzabili, concreti e possibili gli obiettivi che inizialmente erano stati previsti”, ha continuato Fitto che non ha mancato di sottolineare la soddisfazione per le decisioni prese dall’esecutivo e che hanno ribaltato come un pedalino il Pnrr. Scelta legittima, per carità, ma che sembra stonare con quanto affermato dallo stesso ministro poco dopo quando ha precisato che “è stato fatto un lavoro positivo, anche per il futuro. Il piano non può vivere delle tensioni che ci sono nel dibattito politico. Il Pnrr non è una questione di centometristi. Non si può ogni volta aprire un dibattito. È una maratona, e bisogna tenere il passo giusto per arrivare fino in fondo”.

Insomma il senso è che davanti a un progetto tanto grande le opposizioni devono accettare ogni decisione. Una richiesta che sarebbe legittima se non fosse che l’appello rivolto a M5S, Pd e soci, arriva a cose fatte – quinti molto tardivamente – e dopo che tutti gli appunti che hanno mosso in merito ad alcune criticità sono stati bellamente ignorati. Tra i nodi che hanno maggiormente scontentato le opposizioni c’è quello della rimodulazione di alcuni fondi destinati al Centro e al Sud Italia, soprattutto per quanto riguarda l’infrastruttura ferroviaria. Come spiega Repubblica “il Pnrr prometteva un’imponente accelerazione, per ridurre il gap con il Nord. Ma la grande promessa è stata mantenuta solo in parte”. Questo perché “una parte delle risorse rafforzerà i nodi ferroviari metropolitani, intorno alle grandi città, quasi tutte al Nord”.

Tra le rimodulazioni di spesa più contestate, i vari dirottamenti di fondi dal Sud verso il Nord

Accuse a cui ha risposto lo stesso Fitto spiegando che “il Piano ha un elemento del 40% di risorse al Mezzogiorno” e che sul sud c’è una strategia che il Governo sta mettendo in campo”, tra accordi di coesione e la restituzione della zona speciale unica. Si tratta di “un lavoro molto complesso, concordato con la commissione europea. Stiamo attrezzando anche altre risorse ordinarie affinché possano essere coordinate con quelle del Pnrr. Una visione strategica che eviti che la mano destra non sappia quello che fa la mano sinistra. In questo contesto il Sud è il principale beneficiario”.

Peccato che la sua spiegazione non convinca a pieno il Movimento 5 Stelle che ha risposto per le rime. Secondo il coordinatore M5S della Sicilia, Nuccio Di Paola, “Salvini e Meloni continuano a saccheggiare il Sud e la Sicilia. Dopo aver tagliato scuole e ospedali, adesso dirottano al nord Italia oltre 800 milioni del Pnrr per il trasporto ferroviario, somme che il presidente Conte aveva ottenuto a Bruxelles in favore di tutto il Paese con particolare attenzione per il sud e la Sicilia. Nella rimodulazione del Pnrr infatti Salvini e soci hanno cancellato” gran parte “degli investimenti” ma, assicura, “faremo le barricate per impedire questo ennesimo scippo per la Sicilia” e al Sud Italia.

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