Il regalo per il 52esimo compleanno di Julian Assange, il fondatore di Wikileaks da 4 anni rinchiuso nel carcere di massima sicurezza inglese di Belmarsh, è stato un nuovo grido di richiesta della sua liberazione che ieri, 3 luglio, si è alzato da diverse città d’Italia. A Roma, Milano, Napoli, ma anche a Padova, a Reggio Emilia, le province di Bari, Frosinone, Mantova e non solo, si sono tenuti i vari “Chalkmob for Assange”.
“Chalkmob for Assange” a Roma, Milano, Napoli, ma anche a Padova, a Reggio Emilia, Bari, Frosinone e Mantova
A parteciparvi non solo dagli attivisti ma anche, ad esempio a Napoli, le allieve della scuola dei Madonnari che hanno disegnato con matite e gessetti il volto del giornalista australiano. Com’è noto, su Julian Assange pende una richiesta di estradizione da parte degli Usa per le rivelazioni nel 2010 di oltre 250.000 documenti segreti contenenti informazioni sensibili. Tra queste, le rivelazioni di torture, uccisioni e altre atrocità da parte dei militari statunitensi impegnati nelle guerre di Afghanistan e Iraq.
Se approdasse negli Stati Uniti, Assange potrebbe andare incontro a una pena di 175 anni di carcere con un’accusa penale sino a 18 capi d’imputazione, 17 dei quali ai sensi della legge sullo spionaggio. Dopo 9 anni come rifugiato nell’ambasciata dell’Ecuador a Londra, il fondatore di Wikileaks è stato trasferito nella prigione di massima sicurezza di Belmarsh. Ieri pomeriggio in Largo Berlinguer a Napoli, in concomitanza con il 3 luglio, giorno in cui nel 1971 è nato Julian Paul Hawkins (questo il nome all’anagrafe di Assange), gli attivisti locali Free Assange hanno distribuito volantini ai passanti nel centro storico per rinfrescare la memoria su questa storia.
Contemporaneamente, due allieve dei Madonnari disegnavano il volto del fondatore di Wikileaks e andava in scena una piccola pièce teatrale con i volti dell’ex presidente Usa Donald Trump (definito il primo “fetentone’’), dell’ex segretario di Stato dell’amministrazione trumpiana ed ex direttore della Cia Mike Pompeo, dell’attuale presidente degli Stati Uniti Joe Biden (definito il secondo “fetentone’’) e il Re d’Inghilterra Carlo III: tutti ritenuti dagli attivisti in qualche modo responsabili per la detenzione di Assange.
“Il Madonnaro storicamente andava a riprodurre con il gesso la figura dei santi e delle Madonne. Poi si è aperto anche ad altri volti più pop come quello di Assange. Vogliamo sensibilizzare l’opinione pubblica anche così”, le parole di Alessia una delle due disegnatrici napoletane. “Assange ha passato il suo quarto compleanno nella prigione di Belmarsh, definita la Guantanamo d’Europa – le parole di Nicola Angrisano, tra gli attivisti di Free Assange Napoli – L’unico reato di Julian è quello di giornalismo. Con WikiLeaks ha reso noto, con file anonimi, i crimini delle guerre in Iraq e in Afghanistan da parte dei militari Usa”.
Tra i riferimenti ricordati da Angrisano, “l’uccisione di un giornalista della Reuters e di alcuni bambini, presunti terroristi che poi si è scoperto non essere tali’’. La condanna e la detenzione di Assange ha aperto una breccia sul grado di libertà di stampa nei Paesi occidentali. Ancora Nicola Angrisano: “Lottare per la libertà di Julian Assange significa lottare per quella di tutti noi nell’occidente cosiddetto democratico. La moglie e avvocato di Assange, Stella Moris è stata ricevuta pochi giorni fa in udienza privata da Papa Francesco, il primo capo di Stato a farlo. Tanti organi di informazione hanno ignorato la notizia”.
La deputata europea del Movimento 5 Stelle Sabrina Pignedoli, ha auspicato che la giustizia possa ancora prevalere sulla violazione dei diritti umani. L’estradizione di Assange negli Usa rappresenterebbe un precedente che macchierebbe per sempre l’idea di giustizia nella nostra Unione europea”.