“Un segnale politico intimidatorio”. Così ieri la presidente della commissione di Vigilanza Rai, l’M5s Barbara Floridia, ha commentato il blitz che ha cancellato la missione italiana della Libertà civili del Parlamento europeo. A lei abbiamo chiesto un giudizio sullo stato di salute della libertà di stampa in Italia. Non è stata tenera…
Presidente Floridia, le questioni sul piatto in tema di libertà di stampa nel nostro Paese sono tante. Iniziamo dall’ultima polemica, l’annullamento della visita della missione del Parlamento europeo che avrebbe dovuto monitorare lo stato di diritto. Come la spiega?
“Il sospetto è che blocchino una missione i cui esiti metterebbero in enorme imbarazzo Giorgia Meloni. Che problema hanno a rispondere su temi come i diritti civili, la libertà di stampa, l’indipendenza della magistratura, se non la consapevolezza di una torsione autoritaria su cui l’Europa accetterebbe un faro con questa missione?”.
In generale il Governo Meloni si dice a favore della massima libertà di stampa, poi però non ha recepito la direttiva europea anti-Slapp (Emfa)… Non è una contraddizione?
“Ovviamente sì. Come è una contraddizione esprimere solidarietà a Sigfrido Ranucci dopo l’attentato e poi non far ritirare al proprio partito e ai propri ministri nemmeno una delle querele fatte a Report. Ma diciamo che la coerenza non è mai stato il punto forte della premier”.
E sempre in tema di Emfa, lei ha giudicato “incoerente” la proposta di riforma Rai del governo, perché?
“Per diversi motivi. Anzitutto non libera la Rai dal governo di turno, perché il Cda verrebbe espresso a maggioranza semplice e quindi è chiaro che la maggioranza si atterrebbe agli ordini del governo. Non fornisce risorse certe al servizio pubblico come chiede l’Europa. Pensano di evitare la procedura di infrazione lavorando su una legge che di per sé viola le norme europee!”.
Parlando delle riforme della giustizia, molti magistrati leggono una strategia generale dell’esecutivo. Si può pensare che stia accadendo lo stesso processo circa la stampa? La premier Meloni ha un disegno su come assoggettare i media? Ci riferiamo per esempio ai vari “casi Ranucci”…
“Il disegno c’è ma risale agli anni di Berlusconi, Giorgia Meloni lo sta solo attuando. Solo che all’epoca c’era un’attenzione molto più alta visto, che Berlusconi era proprietario diretto di tv e giornali. Adesso sta accadendo esattamente lo stesso, ma con meno attenzione, perché Meloni non è proprietaria diretta dei giornali. Ma lo è ad esempio un parlamentare della sua maggioranza(Antonio Angelucci, deputato leghista, editore di Tempo, Il Giornale e Libero, ndr). Non è solo la stampa nel mirino, ma tutte le istituzioni che Meloni considera problematiche, come ad esempio la scuola pubblica. Lo sa che in questa manovra ci sono quasi 900 milioni in meno per la scuola? È la stessa cifra che Meloni ha buttato a mare con il fallimentare centro per immigrati in Albania”.
Lei presiede una commissione che è paralizzata da oltre un anno. Per il centrodestra la responsabilità è delle opposizioni che non votano Simona Agnes presidente. È tutta colpa vostra?
“Siamo al paradosso: la maggioranza blocca la commissione non presentandosi alle sedute e la colpa sarebbe delle opposizioni? Credo che serva maggiore serietà e responsabilità. Io stessa sono un esempio del fatto che, se c’è volontà politica, la quadra si trova sempre. Per la presidenza della commissione di Vigilanza infatti le opposizioni all’epoca proposero un nome diverso dal mio, quello di Riccardo Ricciardi, che venne rifiutato dalla maggioranza e solo a quel punto si giunse al mio nome. Perché adesso la maggioranza non fa altrettanto? Forse fa comodo una commissione bloccata? Di certo è una situazione clamorosa che rappresenta un precedente pericolosissimo e che non esito a definire una vera e propria violenza istituzionale”.
Oggi la Lega ha proposto il taglio del canone Rai, Forza Italia ha subito reagito, lei come la vede?
“È il solito teatrino. Maurizio Gasparri ha già smentito la Lega. Meloni li farà urlare un pochino e poi tutto continuerà come prima fino alla prossima manovra. Non hanno la minima volontà di risolvere veramente il problema delle risorse al servizio pubblico. Noi abbiamo una proposta molto concreta: legare i finanziamenti alla Rai al contratto di concessione, prevedendo una soglia minima sotto la quale i finanziamenti non possano mai scendere. Ma figuriamoci se nella maggioranza c’è voglia di discutere seriamente di questo tema. Per loro è importante solo la propaganda e la polemica sterile di giornata”.