Flotilla, Meloni risponde a Schlein: “Usare i canali umanitari attivi”. La replica Pd: “Evasiva”. Intanto il Papa incontra il presidente Herzog e rilancia sui due popoli e due Stati

Intanto il premier israeliano Netanyahu fa una temporanea marcia indietro sull'annessione della Cisgiordania, ma è questione di tempo

Flotilla, Meloni risponde a Schlein: “Usare i canali umanitari attivi”. La replica Pd: “Evasiva”. Intanto il Papa incontra il presidente Herzog e rilancia sui due popoli e due Stati

Ha scelto di rispondere con carta e penna ieri la premier Giorgia Meloni agli interrogativi posti due giorni fa dalla segretaria Pd, Elly Schlein, circa le intenzioni del governo per assicurare la tutela dei cittadini italiani imbarcati sulla Global Sumud Flottilla. Il governo “assicura che saranno adottate tutte le misure di tutela e di sicurezza dei connazionali all’estero in situazioni analoghe”, ha scritto Meloni, che però nella missiva non ha perso l’occasione di attaccare l’iniziativa. “Per agevolare il buon esito della consegna di generi di prima necessità alla popolazione palestinese, tenuto conto della limitata quantità di aiuti trasportabili sulle imbarcazioni coinvolte, si suggerisce la possibilità di avvalersi di canali alternativi e più efficaci di consegna”, ha infatti aggiunto.

“Usare i canali umanitari già attivi”

“Avvalersi dei canali umanitari già attivi, non solo da parte del Governo italiano”, aveva poi aggiunto, “eviterebbe di esporre i partecipanti all’iniziativa Global Sumud Flotilla ai rischi derivanti dal recarsi in una zona di crisi e al conseguente onere a carico delle diverse Autorità statuali coinvolte di garantire tutela e sicurezza”.

Pd: “Risposte vaghe ed evasive”

Immediata la controreplica del Pd, che bolla la risposta della premier come “vaga ed evasiva”. “Vogliamo ricordare a Giorgia Meloni che il fine della missione di Global Sumud Flotilla non è certamente simbolico: si tratta di tonnellate di cibo da portare a Gaza che porteranno un sollievo a quelle popolazioni martoriate. E sottolineiamo che non si tratta di una iniziativa politica ma umanitaria”, scrivono i capigruppo Francesco Boccia e Chiara Braga.

La Flotilla, ricordano, “cerca di fare quello che dovrebbero fare i governi europei e che invece non fanno”. Per questo ribadiscono la richiesta che “il governo italiano garantisca sicurezza e tutela a una missione che vede a bordo anche parlamentari italiani”.

Albanese contro Meloni

Sulla lettera della Premier è intervenuta ieri anche la relatrice Onu per i territori palestinesi occupati Francesca Albanese, durante una conferenza a Palazzo Madama, organizzata da Avs: “che vuol dire che il governo garantirà la sicurezza dei connazionali a bordo della Global Sumud Flotilla?”, si è chiesta Albanese.

“A chi li manda gli aiuti il governo?”, ha aggiunto, “Sono stata a Rafah come ci sono stati i parlamentari italiani, non c’è aiuto che entri in modo libero, dignitoso e protegga la dignità umana a Gaza. Ma soprattutto a uno Stato che è accusato di genocidio, di crimini contro l’umanità e crimini di guerra, a cui è ordinato di smettere l’occupazione, perché dovrebbe essere lasciato il potere di gestire gli aiuti? La distribuzione degli aiuti gestita da Israele ha già ammazzato 1700 persone, ma di cosa stiamo parlando’”, conclude la relatrice Onu.

E dopo i Camalli di Genova, anche i portuali di Livorno e Piombino annunciano la paralisi dei porti, qualora dovesse accadere qualcosa alla Flotilla.

Incontro Leone XIV-Herzog, il Papa insiste sui due stati

Ma ieri è stata anche la giornata dell’udienza concessa da Leone XIV al presidente israeliano Isaac Herzog. Durante l’incontro, fa sapere la Santa Sede, è stata affrontata la “tragica situazione” che vive Gaza, che, per il Vaticano, deve essere risolta attraverso una “pronta ripresa dei negoziati” tra le parti in causa, allo scopo di “ottenere la liberazione di tutti gli ostaggi, raggiungere con urgenza un cessate-il-fuoco permanente, facilitare l’ingresso sicuro degli aiuti umanitari nelle zone più colpite e garantire il pieno rispetto del diritto umanitario”. Leone XIV ha poi ribadito “la soluzione dei due Stati, come unica via d’uscita dalla guerra in corso”.

Netanyahu fa marcia indietro sull’annessione della Cisgiordania, per ora

Infine Benjamin Netanyahu, contrariamente agli annunci, non ha inserito l’annessione del 78% della Cisgiordania tra i punti discussi ieri nella riunione del governo. Secondo la stampa locale, la rinuncia sarebbe una diretta conseguenza dell’avvertimento lanciato ieri mattina dagli Emirati Arabi Uniti, per il quale l’annessione sarebbe il superamento di una “linea rossa” e metterebbe in discussione gli Accordi di Abramo siglati a Washington nel 2020. Ma è solo una questione di tempo.