Dai fascisti di Forza Nuova ai No Tav. La destra fa di tutta l’erba un fascio. Nel mirino anche i centri sociali. Va bene tutto purché si butti la palla in tribuna

Dopo le note vicende dell’assalto da parte di Forza Nuova alla sede della Cgil ci si è improvvisamente accorti che l'organizzazione fondata da Fiore è un partito neofascista.

Dai fascisti di Forza Nuova ai No Tav. La destra fa di tutta l’erba un fascio. Nel mirino anche i centri sociali. Va bene tutto purché si butti la palla in tribuna

Siamo alle solite. In Italia non c’è niente di trasparente e sincero ed ogni atto politico deve venir falsato da una profonda disonestà intellettuale. Dopo le note vicende dell’assalto da parte di Forza Nuova alla sede della Cgil (leggi l’articolo) ci si è improvvisamente accorti che l’organizzazione fondata da Roberto Fiore è un partito neofascista, cosa che si sapeva da anni anche se la destra e la sinistra hanno sempre fatto finta di niente. Ora invece è il momento della “scioglilite”, malattia contagiosa della politica italiana che vuol fare passare un atto dovuto come una concessione antifascista e libertaria.

La destra malmostosa fa le cose in grande e se l’adesione di Fratelli d’Italia alla visione democratica sembra un atto (tardivo) di civiltà politica si scopre però che essa reca al suo interno un dono non gradito e cioè FdI – e in generale il centrodestra – è sì per lo scioglimento di Forza Nuova purché poi siano “sciolti” con essa anche i centri sociali e perfino i No Tav (copyright di Giorgio Mulè, nella foto). Ed ora sinceramente non si capisce che cosa centrino i centri sociali ed un gruppo come i No Tav con un partito politico regolarmente denunciato dal notaio.

Ed ecco che il mitico architetto Rampelli, mosca cocchiera di Fratelli d’Italia, dichiara ai quattro venti: “Pronti a mettere in campo assieme al centrodestra una mozione per lo scioglimento di tutte le formazioni eversive”, dove per “formazione eversive” si devono intendere appunto anche i centri sociali e quant’altro. Insomma sembra proprio che Giorgia Meloni sia in pieno combattimento con il suo incubo, che si chiama Benito Mussolini. Lo caccia dalla porta e lui, il Duce, rientra dalla finestra.

Più lei finge di essersi democratizzata, più lui le ricorda la sua origine. Però forse il leoncavallino che infestò in giovinezza il “comunista padano”, quel Matteo Salvini che frequentava il Leoncavallo ed era regolarmente orecchinato come ogni figlio dei fiori, ora si ribella e si scuote per dire che no, non è giusto mettere insieme un centro sociale e Forza Nuova.

Nel contempo il Pd promuove una mozione per lo scioglimento di Forza Nuova che è sottoscritta dal M5S e Leu (leggi l’articolo). Tale atto “impegna l’esecutivo a dare seguito al dettato costituzionale in materia di divieto di riorganizzazione del disciolto partito fascista e alla conseguente normativa vigente adottando i provvedimenti di sua competenza per procedere allo scioglimento di Forza nuova e di tutti i movimenti politici di chiara ispirazione neofascista artefici di condotte punibili ai sensi delle leggi attuative della XII disposizione transitoria e finale della Costituzione repubblicana”.

Il premier Mario Draghi, che della Costituzione dovrebbe essere un “alto sacerdote”, un poco tentenna e si rifugia in un riflettismo un poco sospetto: “La questione Forza Nuova è all’attenzione nostra ma anche a quella dei magistrati. Al momento noi stiamo riflettendo”. Mentre il premier riflette a noi resta sempre il dubbio di vivere in una Repubblica delle banane.

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