Fuga dal deposito nucleare. L’Ad lascia l’opera che avanza. Sogin nella bufera mentre si decide sul sito

di Francesco Carta

Un amministratore delegato che abbandona l’incarico come ha fatto martedì scorso Riccardo Casale con Sogin fa venire in mente solo Schettino. Proprio mentre la società pubblica sta spingendo al massimo per realizzare il deposito nazionale delle scorie radioattive, il capo azienda molla tutto accusando il Cda di frenare. Una bomba che cade mentre a Torino il presidente e parte del management di Sogin stanno invece facendo un difficile lavoro di persuasione sui Comuni presenti all’Assemblea dell’Anci. La resa dei conti, dopo una giornata di veleni, è arrivata poi in serata in un Cda chiamato a gestire questa nuova emergenza. Non è una fuga radioattiva, ma certe tegole non aiutano certamente a centrare l’obiettivo del deposito. Un progetto di cui ha bisogno il Paese, e che potrà realizzarsi solo con una piena credibilità del soggetto gestore e una altrettanto piena condivisione dei territori.

INFRASTRUTTURA DECISIVA
Al di là dell’abbandono di Casali, al quale il Cda Sogin ha subito revocato le deleghe (altro che inerzia!), quello che conta è infatti il destino dell’infrastruttura. Sono troppi i siti che conservano senza le necessarie garanzie gli scarti delle nostre vecchie centrali e i rifiuti prodotti dalla medicina nucleare. Nell’Italia del No, far passare l’idea di un deposito di superfice dove custodire – blindatissimi – questi scarti a bassa intensità nociva è però una sfida difficilissima. Una sfida che il presidente di Sogin Giuseppe Zollino ha confermato di voler vincere solo attraverso la strada dell’informazione e della partecipazione dal basso. Si vuole evitare, in sostanza un nuovo trauma come quello di Scanzano Jonico, dove il Governo dell’epoca perse su tutta la linea. I Comuni sono pronti ad ascoltare e a condividere i progetti, ma a patto che siano ben spiegati ai cittadini, ha detto il presidente dell’Anci, Piero Fassino, intervenendo a un tavolo di confronto organizzato da Sogin tra diversi soggetti interessati all’iniziativa. Sindaci, come quello di Novara, Andrea Ballarè, che ha sottolineato l’importanza di far conoscere i rischi e i vantaggi dell’opera a tutti i livelli degli enti locali. Anche Alessandro Portinaro, sindaco di Trino, ha posto il tema della trasparenza, evidenziando che con il passare del tempo servirà presto una revisione dei piani industriali per i siti che oggi stoccano i rifiuti nucleari.

MOLTI BENEFICI
Il vice presidente di Confindustria Marco Gay ha spiegato che le ricadute economiche di una tale opera su tutta la filiera saranno importantissime, mentre il presidente del Consiglio nazionale degli architetti Leopoldo Freyrie ha letto nel concorso di idee per ideare il parco tecnologico la prima forma di comunicazione col territorio, in chiave di sostenibilità ambientale. Per Riccardo Schiavo, dei medici nucleari, il tema della salute è più che convincente anche di fronte alle paure, mentre il metodo con cui sta lavorando Sogin è stato promosso da Giorgio Zampetti, di Legambiente. E nell’Italia del No non è poco.