Solito film nella Capitale. Funerale show per il boss di Tor Bella Monaca

Funerale show per il boss di Tor Bella Monaca. Solito film nella Capitale. Rose e caroselli per l’addio a Sparapano

Solito film nella Capitale. Funerale show per il boss di Tor Bella Monaca

Prima i fuochi d’artificio, poi i petali di rose lanciati fuori dalla chiesa e, infine, il carosello di auto fin sotto casa scandito dai clacson. Sembra incredibile ma nella Capitale, a distanza di sette anni dal funerale show di Vittorio Casamonica, la storia si ripete.

Questa volta l’incredibile addio, a cui è mancata giusto la banda che suonasse la colonna sonora del padrino per risultare una fotocopia dell’evento tristemente noto del 2015, gli omaggi hanno riguardato Biagio Sparapano ossia quello che veniva definito come un boss del narcotraffico di Tor Bella Monaca.

Un nome che a qualcuno potrà dire poco ma che è ben noto agli inquirenti che lo hanno sempre considerato il capo della omonima famiglia alleata con i Cordaro, con il clan camorristico dei Moccia e, per non farsi mancare niente, anche con la cosca ‘ndranghetista dei Gallace.

Un nome, quello del boss, comparso anche sul rapporto delle Mafie nel Lazio del 2016 in cui si legge: “Va ricordata poi la figura di Biagio Sparapano, fratello di Bernardo contiguo al narcotrafficante internazionale Mario Santafede. Biagio risulta condannato assieme a Santafede per associazione a delinquere finalizzata al traffico internazionale di stupefacenti, nonché coinvolto in indagini sullo spaccio di stupefacenti tra Nettuno ed Anzio”.

In barba alle leggi

Per l’ultimo saluto a Sparapano, deceduto a 65 anni dopo una lunga malattia che non gli ha lasciato scampo e come si legge su Repubblica che ha dato la notizia, è stata scelta la chiesa di Santa Maria Madre del Redentore. Ed è qui che sodali, amici e alleati, hanno reso omaggio al loro leader nel peggiore dei modi, ossia con fumogeni, fuochi d’artificio e il lancio di petali di rose, dando luogo a un evento del tutto illegale.

Questo perché proprio dal funerale show del 2015 nei confronti dell’allora capo dei Casamonica, in un evento nel quartiere Don Bosco che ha fatto il giro del mondo causando un notevole danno d’immagine per la Capitale, la Questura di Roma era corsa ai ripari stabilendo che cerimonie simili sono vietate. Una normativa che evidentemente non ha impedito la ripetizione di quella che viene definita come una “prova di forza del clan”.

Non solo. Finita la cerimonia funebre in chiesa, lo show è proseguito per altre cinque ore tra via Santa Rita da Cascia e via Scozza, ossia sotto quella che è stata la casa di Sparapano, con il lungo corteo di auto guidate dai sodali del capo clan e il contemporaneo via vai continuo di motorini con a bordo le vedette del clan. Un lungo addio dove, secondo quanto emerge, da alcune auto è stata anche sparata musica neomelodica – amata dal compianto capo clan – a tutto volume. Scene a cui gli abitanti del quartiere hanno assistito letteralmente atterriti.

Indignarsi non basta

“Servono più forze dell’ordine” ha spiegato ieri all’Ansa il presidente del VI Municipio di Roma, Nicola Franco. “Quanto è successo è stata un’ostentazione di forza sul territorio da parte della criminalità, quando invece il predominio dovrebbe essere dello Stato” ha spiegato il minisindaco commentando i funerali-show di Tor Bella Monaca.

“Come ripeto ogni volta, abbiamo bisogno non solo di più agenti ma anche di più strutture. Non è possibile che su un territorio da 113 chilometri quadrati ci siano solo tre caserme e un solo commissariato, peraltro situato nell’unico quartiere della zona all’esterno del Grande raccordo anulare” conclude il presidente del VI Municipio Franco. Parole su cui concorda Maricetta Tirrito, portavoce del Comitato collaboratori di giustizia (Cogi), secondo cui questa spiacevole vicenda denota “un atteggiamento socialmente pericoloso” poiché “in questo modo il clan dimostra che continuerà a esser forte sul territorio”.