Furia anti-migranti, caos nella Capitale: scontri tra Polizia e manifestanti. Cittadini in strada contro l’arrivo di extracomunitari. Dure proteste pure nel trevigiano

Una polveriera. O forse sarebbe più opportuno parlare di una tante delle polveriere italiane. La realtà è che mentre passano i mesi, sulla questione rifugiati i problemi rimangono ancora tutti sul tappeto. Al punto che a Roma si è vissuta l’ennesima giornata di tensione. Al centro della scena una ex scuola a Casale San Nicola, periferia Nord della città. Qui stamattina è arrivato un pullman delle forze dell’ordine che trasportava 19 rifugiati da sistemare nella struttura trasformata in centro d’accoglienza. Apriti cielo. Perché i residenti, al corrente dell’arrivo degli immigrati, hanno scatenato un autentico putiferio, sostenuti dal movimento di estrema destra CasaPound. In particolare gli abitanti del quartiere hanno bloccato la strada per impedire l’accesso ai rifugiati. Dopo un inutile tentativo di trattativa, la polizia è intervenuta per rimuovere il blocco.

LA GIORNATA
Per vincere la resistenza gli agenti hanno caricato i manifestanti, alcuni dei quali hanno reagito con lanci di sassi e bottiglie contro le forze dell’ordine. Alcune balle di fieno sono state date alle fiamme nel tentativo di continuare a sbarrare la strada. E in mezzo agli scontri si sono trovati anziani e donne. Il pullman con a bordo i migranti è passato solo intorno alle 14. Il bilancio è stato di 14 agenti feriti, 2 arrestati, una persona denunciata a piede libero e altre 15 identificate. Insomma, alla fine è stata l’ennesima giornata di passione per il sindaco di Roma, Ignazio Marino, e per il prefetto della Capitale, Franco Gabrielli. Di sicuro i residenti non intendono mollare di un millimetro. “Questa è un’isola nell’estrema periferia Nord di Roma. Ci vivono 250 famiglie senza infrastrutture né servizi, in totale isolamento, non c’è illuminazione, d’inverno alle 16 è già tutto buio”, ha spiegato un portavoce del comitato di Casale San Nicola, secondo cui, proprio per questi motivi, un centro di accoglienza immigrati “non è sostenibile”. Il prefetto, ha aggiunto, “nonostante un iter amministrativo aperto ha fatto un breve sopralluogo e ha deciso che la struttura era idonea. Questo è un contesto privato, le istituzioni non hanno aperto alcun tavolo di concertazione”. Il comitato ha respinto le accuse di razzismo, “Siamo cittadini italiani che hanno subìto un sopruso in una loro proprietà” e , bando della prefettura alla mano, ritiene, inoltre, che gli immigrati “saliranno a cento”.

VOLANO STRACCI
Naturalmente l’esplosiva vicenda, che segue di pochi giorni i simili fatti di Treviso, è stata cavalcata politicamente da Matteo Salvini, leader della Lega, e da Giorga Meloni, numero uno di Fratelli d’Italia. Il primo, su Facebook, ha postato il seguente messaggio: “Roma, Treviso, Livorno, Bergamo, Piacenza. Prefetti, invece di rompere le palle ai sindaci e ai cittadini (italiani e immigrati regolari) che protestano, fate il loro lavoro e smettete di coccolare migliaia di clandestini”. Per la Meloni, invece, “i responsabili dell’ennesima mattinata di scontro sociale nella periferia di Roma hanno nomi e cognomi precisi: Matteo Renzi, Angelino Alfano, Ignazio Marino. Si dovrebbero vergognare. Per questi signori l’emergenza immigrazione si risolve facendo entrare tutti gli immigrati e stipandoli in luoghi lontani dagli occhi, ovvero nelle già degradate periferie. E questo, non sfugge neanche a un bambino, genera tensione, rabbia e produce questa surreale guerra tra poveri”.