L’operazione Ita-Lufthansa continua a faticare a decollare. La Commissione Ue ha infatti segnalato diversi timori sull’operazione: da una parte il rischio di un aumento dei prezzi per i clienti e dall’altra una diminuzione della qualità dei servizi.
L’esecutivo comunitario ha formalizzato a Lufthansa e al ministero dell’Economia italiano le conclusioni preliminari sul progetto di ingresso in minoranza nel capitale di Ita: la lettera inviata dalla Concorrenza Ue elenca tutti i rilievi e i nodi da sciogliere prima del via libera all’operazione di fusione. Una risposta arriverà non oltre il 6 giugno.
Fusione Ita-Lufthansa: i rilievi dell’Ue
La Commissione evidenzia in particolare tre criticità. La prima riguarda il fatto che questa alleanza potrebbe ridurre la concorrenza su alcune rotte a corto raggio che collegano l’Italia con i Paesi dell’Europa centrale. Poi si potrebbe ridurre la concorrenza anche su alcune rotte a lungo raggio tra Italia e Stati Uniti, Canada e Giappone. L’ultima preoccupazione riguarda la posizione dominante di Ita all’aeroporto di Milano Linate, che verrebbe ulteriormente rafforzata.
Senza il via libera della Commissione, l’investimento di 325 milioni per acquisire il 41% di Ita da parte della compagnia tedesca rimane congelato. Ora l’azienda, insieme al Mef, può presentare alla Commissione eventuali rimedi ai dubbi sollevati in tema di concorrenza: avranno tempo fino al 26 aprile per farlo.
L’indagine approfondita è stata avviata da Bruxelles il 23 gennaio e questa analisi ha evidenziato il rischio di riduzione della concorrenza su alcune rotte, soprattutto a corto raggio. Rotte su cui oggi le due compagnie competono con voli diretti e indiretti. Quindi su queste rotte la concorrenza “appare limitata” secondo l’Ue ed esiste solo grazie a società low cost come Ryanair, che spesso “operano da aeroporti più remoti”.
Timori, come detto, anche per le tratte a lungo raggio verso Stati Uniti, Canada e Giappone, su cui le due compagnie competono. E la concorrenza di altre compagnie viene ritenuta “insufficiente”. Il terzo problema, come detto, riguarda Linate, dove si rischia di rendere più difficile l’accesso ai concorrenti.
Considerando che queste rotte riguardano una spesa annua da oltre tre miliardi di euro, il rischio è che si va a impattare su un aumento dei prezzi e una diminuzione della qualità dei servizi che riguarderebbe tantissimi utenti. Insomma, il rischio è di “avere effetti negativi sulla concorrenza in questi mercati già concentrati”. In ogni caso, le preoccupazioni “rappresentano una piccola percentuale del totale delle rotte”.
Lo scontro tra Giorgetti e la Commissione Ue
Sul tema negli scorsi giorni si era aperto lo scontro tra il governo italiano e la Commissione Ue. In particolare era stato il ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti, ad attaccare l’esecutivo europeo accusandolo di ostacolare l’intesa tra le due compagnie aeree: “Da dieci mesi stiamo lottando con l’Europa che non ci permette di creare un campione europeo che possa competere con i colossi internazionali”, ha detto il ministro.
Non tarda ad arrivare la replica della vicepresidente della Commissione Ue, che si occupa proprio di concorrenza, Margrethe Vestager, che ricorda le fusioni approvate negli ultimi dieci anni perché non compromettevano la concorrenza. Da parte di Lufthansa, invece, si parla di “ulteriori progressi”, con l’intenzione di analizzare le obiezioni discuterle con l’Antitrust europeo. Da parte della società tedesca, comunque, resta la fiducia sul fatto che “l’operazione verrà approvata”.