Trump ci ripensa e con un tweet fa saltare il banco del G7. The Donald spariglia di nuovo i giochi e pensa a una guerra commerciale con il Canada

Quando l’accordo sul commercio sembrava vicino, ci ha pensato un tweet mandato nel pieno della notte da Donald Trump  direttamente dall’Air Force One diretto a Singapore a far saltare il banco. Evidentemente il presidente Usa non ha gradito le uscite di Merkel e Macorn delle ultile ore in chisura del G7 canadese. In un tweet, il Presidente degli Stati Uniti annuncia che il suo Paese non avalla più il comunicato finale del G7 dopo le dichiarazioni false di Trudeau. “Stiamo pensando a dazi sulle auto importate in Usa”, aggiunge il tycoon.
Prima del tuono Usa – “Parto dal principio che avremo un testo comune sul commercio ma non risolve i problemi nel dettaglio: abbiamo opinioni differenti dagli Usa”. Anche il presidente francese Emmanuel Macron ha spiegato che “La dichiarazione comune del G7 sul commercio “non risolve ogni problema”. Molto più entusiasta era stato il premier italiano Giuseppe Conte.  Sul commercio, i negoziati si sarebbero focalizzati su una formula che richiede la modernizzazione dell’Organizzazione mondiale del commercio, per soddisfare le richieste americane.

Altro tema di cui abbiamo discusso è la Russia. L’Italia è portavoce del dialogo che non significa abbandonare le sanzioni, ancorate all’accordo di Minsk, ma abbiamo prospettato che avere la Russia isolata visto il suo ruolo nelle crisi più delicate non conviene a nessuno. Ho rappresentato l’auspicio dell’Italia che ci possa essere quanto prima un G8 con la Russia seduta al tavolo”. Lo ha detto il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, nel corso di un punto stampa a margine dei lavori del G7 in Canada. “Sono qui per esprimere la posizione dell’Italia nei confronti dei partner del G7. Abbiano avuto molto sezioni nelle quali ho rappresentato le nostre posizioni e su alcune questioni mi sono riservato di approfondire i temi, visto che ci siamo appena insediati. Uno dei temi è quello degli scambi commerciali”, ha aggiunto. “Abbiamo raggiunto un accordo e abbiamo convenuto che il sistema del commercio internazionale basato sull’Organizzazione mondiale del commercio e’ un po’ datato. Richiede un suo adeguamento alle mutate realta’ sociali ed economiche. Basti pensare che la Cina fino a pochi anni fa era un Paese emergente, invece oggi e’ una potenza mondiale particolarmente invasiva sul piano commerciale. Abbiamo tutti convenuto che lavoreremo in questa direzione”, ha concluso il premier.