Gang armate, Napoli è una polveriera: pochi 200 agenti in più

Napoli è una polveriera: coltelli, stese e agguati pure nelle ore di punta. Comune e associazioni chiedono interventi mirati.

Gang armate, Napoli è una polveriera: pochi 200 agenti in più

Il 17 gennaio a Napoli è il giorno del “cippo di Sant’Antonio”. L’ingresso del Carnevale è “festeggiato” con veri e propri roghi di legname in diversi quartieri dove resiste questa tradizione. Giovani e minori mettono a ferro e fuoco le strade, ingaggiando sassaiole con le forze dell’ordine e prendendo di mira anche i mezzi dei Vigili del fuoco.

E l’altra sera alle “Case nuove”, a due passi dalla stazione centrale, un 18enne è sfuggito a 80 colpi di pistola ferendosi di striscio, come un’altra donna malcapitata in zona all’ora di punta,. L’emergenza criminale e le gang di aspiranti boss di camorra a mano armata è sotto gli occhi di tutti. Il Viminale prova a metterci una pezza inviando 223 agenti: “disarmiamo Napoli” dice il ministro Piantedosi. Eppure basta scorrere la rassegna stampa per leggere che negli anni passati altri governi hanno rinforzato gli organici della Questura.

Allarme gang armate a Napoli, il ruolo del Comune

“Il numero di agenti rischia di essere irrisorio se pensiamo all’area metropolitana di Napoli.”, afferma il presidente della Commissione comunale Legalità Pasquale Esposito. “Nei prossimi giorni convocherò la Commissione per programmare riunioni tematiche – aggiunge il consigliere comunale – convocando i presidenti di municipalità che sono sentinelle sul territorio. Serve anche capire quali saranno le modalità di utilizzo degli agenti. In questi due anni abbiamo fornito le nostre considerazioni all’assessore De Iesu che le ha portate nel Comitato per l’ordine pubblico e la sicurezza”.

Esposito ritorna anche sul tema dell’utilizzo degli spazi pubblici, soprattutto delle piazze: “siamo convinti che bisogna far vivere le piazze anche di sera – prosegue – a partire da quella più sensibile come piazza Garibaldi. Stiamo provando a decentrare gli eventi convincendo i privati a tenere manifestazioni anche altre zone della città: rendere vivi questi luoghi può isolare azioni devianti”.

Meno chiacchiere

“Meno tavoli per l’ordine pubblico e la sicurezza – che restituiscono solo l’idea che non si sa cosa fare – e più silenziose azioni strategiche finalizzate e focalizzate”. A dirllo è la docente Maria Luisa Iavarone che è presidente della Fondazione “Artur “e coautrice del libro con Giacomo di Gennaro “Ragazzi che sparano” (FrancoAngeli, 2023): “la risposta è evidente che va nell’immediato ed è rintracciata in strategie repressive – sottolinea Iavarone – ben vengano nuovi agenti ed aumentate risorse per la sicurezza. Ma nel medio e lungo periodo bisogna fronteggiare il fenomeno con immense e variegate strategie di sistema: più scuola, più servizi educativi ai territori – altro che autonomia differenziata – più controlli alle famiglie devianti che fanno crescere i figli in contesti disfunzionali e maggiore efficienza e rigore della macchina giudiziaria”.

Per il capogruppo Lega in Consiglio regionale Severino Nappi “la strada è ancora lunga, ma è quella giusta per far sentire la presenza dello Stato”. L’esponente del partito di governo lancia un messaggio anche all’Amministrazione di Gaetano Manfredi: “la stessa strada che ha l’obbligo di percorrere anche il Comune di Napoli, cominciando finalmente a fare la sua parte per ristabilire la vivibilità in ogni zona del capoluogo campano, soprattutto in quei quartieri – e l’area del Mercato continua ad essere una delle più esposte al degrado e all’abbandono – che oltre 30 anni di amministrazioni di sinistra hanno consegnato nelle mani di orde di delinquenti”.