Gara di catastrofismi tra Francoforte e Bruxelles. Pure la Bce vede nero sul futuro delle banche italiane. Nouy: “Incrociamo le dita”

Il capo della supervisione unica della Bce: "Sarebbe molto triste se le banche italiane fossero colpite dalle conseguenze del dibattito politico"

Ormai è gara di catastrofismi tra Francoforte e Bruxelles. Ora pure la Banca centrale europea vede nero sul futuro delle banche italiane. L’ultima bordata arriva dal capo della supervisione unica della Bce, Danièle Nouy. “Finora non credo che lo spread abbia raggiunto un livello di seria preoccupazione per le banche, ma non sappiamo cosa porta il futuro”, ha detto Nouy aggiungendo che “sarebbe molto triste” se le banche italiane, che “hanno fatto molti sforzi” per ripulire i bilanci, “fossero colpite dalle conseguenze del dibattito politico”. “Cose che succedono”, ha detto ancora il capo della supervisione unica della Banca centrale evocando i problemi delle banche greche “cominciati con discussioni politiche e quindi posso solo dire teniamo le dita incrociate”.

“C’è un’evidente sensibilità del mercato sui target di bilancio del Governo italiano – ha detto ancora Nouy -, e le reazioni delle agenzie di rating che hanno innescato lo spread che ha fatto soffrire in particolare le azioni delle banche”. Finora, ha spiegato ancora il capo della supervisione unica della Bce, lo spread “non si è diffuso ad altri paesi, non credo abbia raggiunto un livello di seria preoccupazione per le banche ma ovviamente non sappiamo cosa porta il futuro, non so quanto durano le discussioni (sulla manovra, ndr) e quale sarà il risultato”.

“Personalmente – ha aggiunto Nouy – penso che le banche italiane abbiano fatto molto sforzo per ripulire i propri bilanci, migliorare i modelli di business, aumentare le posizioni di capitale. Sarebbe molto triste se fossero colpite dalle conseguenze del dibattito politico. Ma sono cose che succedono, i problemi delle banche greche sono cominciati con discussioni politiche e quindi l’unica cosa che posso dire è incrociamo le dita, affinché le banche italiane vadano verso bilanci sempre migliori, seguendo i buoni risultati che hanno già avuto negli stress test”.