Il sì senza alcuna condizione di Hamas all’ultima versione del piano per arrivare al cessate il fuoco nella Striscia di Gaza è arrivato ieri pomeriggio. Un piano frutto della mediazione sull’asse Qatar-Egitto. La proposta, che prevede un cessate il fuoco di 60 giorni e il rilascio di 10 ostaggi, rappresenta l’estremo tentativo di scongiurare l’invasione di terra di Gaza annunciata da Tel Aviv.
I termini dell’accordo
Il piano include anche una garanzia scritta da parte degli Stati Uniti che i negoziati indiretti tra Hamas e Israele sul ritiro delle truppe da Gaza e una tregua a lungo termine inizieranno durante la pausa dei combattimenti e continueranno fino al raggiungimento di un accordo. L’accordo prevede infine la restituzione dei corpi di almeno 15 ostaggi morti in prigionia, in cambio della liberazione di centinaia di palestinesi detenuti nelle carceri israeliane.
L’Egitto offre i suoi caschi blu a Gaza
Sempre ieri il ministro degli Esteri egiziano, Badr Abdelatty si è dichiarato pronto a partecipare a una possibile forza internazionale da dispiegare a Gaza, ma solo se sostenuta da una risoluzione del Consiglio di Sicurezza della Nazioni Unite e con un “orizzonte politico” chiaro.
Netanyahu prende tempo e Ben-Gvir attacca
“Sento i resoconti sui media e si può dedurre una cosa: Hamas è sotto enorme pressione”, la risposta interlocutoria di Benjamin Netanyahu. Una posizione attendista dovuta al secco no alle trattive del ministro della Sicurezza, il falco Itamar Ben-Gvir, secondo il quale Netanyahu “non è autorizzato a concludere un accordo parziale” per una tregua nella Striscia di Gaza senza prima aver sconfitto il movimento islamista palestinese Hamas.
L’affondo di Trump su Truth
Solo poche ore prima a mettere in forse i negoziati ci aveva provato il presidente degli Stati Uniti, Donald Trump: gli ostaggi saranno liberati “solamente quando Hamas sarà affrontato e distrutto”, ha infatti scritto sul suo social Truth, lasciando intendere il suo pieno sostegno al piano israeliano di occupazione di Gaza City.
“Prima ciò accadrà, maggiori saranno le possibilità di successo”, aveva proseguito Trump, con un crescendo delirante. “Sono stato io a negoziare e a liberare centinaia di ostaggi, che sono stati poi rilasciati in Israele (e in America)”, ha infatti aggiunto, gonfiando a dismisura il numero di prigionieri rilasciati in seguito all’accordo di gennaio-marzo scorsi, quando Hamas aveva liberato 30 ostaggi – 20 civili israeliani, cinque soldati e cinque cittadini thailandesi – e i corpi di otto prigionieri israeliani uccisi.
Il post di Trump si conclude con un’altra affermazione autocelebrativa ma lontana dalla realtà: “Sono stato io a porre fine a 6 guerre, in soli 6 mesi. Sono stato io a distruggere gli impianti nucleari iraniani. Gioca per vincere, o non giocare affatto!”.
Il capo dell’Idf: “L’evacuazione di Gaza durerà due mesi”
Il post di Trump era arrivato poco dopo le dichiarazioni del capo di Stato Maggiore dell’Idf, Eyal Zamir, il quale aveva affermato che la prevista evacuazione della popolazione da Gaza “durerà poco meno di due mesi”. “Successivamente si procederà all’accerchiamento e all’occupazione della città”, aveva aggiunto, senza però spiegare dove dovrebbero andare oltre un milione di palestinesi…
Infine il capo dell’Idf aveva fatto sapere che durante l’operazione “si cercherà di ridurre al minimo possibile l’impiego delle forze di riserva”, una concessione – minima – alle centinaia di migliaia di israeliani scesi in piazza sabato contro il piano di Netanyahu.
Dal 7 ottobre morti 62.004 palestinesi
Intanto il ministero della Salute palestinese ha aggiornato la contabilità delle vittime: dal 7 ottobre sono 62.004 i palestinesi uccisi, almeno 60 persone ieri, mentre altri 156.230 sono rimasti feriti. Il ministero della Salute ha dichiarato che 1.965 persone sono state uccise mentre cercavano aiuto dai convogli umanitari o sono state uccise vicino ai siti di distribuzione degli aiuti.