Gaza, l’Onu vota per il cessate il fuoco immediato e condanna l’uso della fame come arma: contrari Usa e Israele

Con 149 voti a favore (tra cui l’Italia) e 12 contrari, l'Onu vota per il cessato il fuoco a Gaza e contro l'uso della fame come arma.

Gaza, l’Onu vota per il cessate il fuoco immediato e condanna l’uso della fame come arma: contrari Usa e Israele

“L’Assemblea generale dell’Onu ha appena adottato la risoluzione presentata dalla Spagna assieme alla Palestina. 149 paesi chiedono un cessate il fuoco immediato, incondizionato e permanente, la liberazione di tutti gli ostaggi, e il rispetto del diritto internazionale umanitario”.

Con questo messaggio su X, ieri, il ministro spagnolo degli Esteri, José Manuel Albares ha salutato l’approvazione, con 149 voti a favore (tra cui l’Italia) e 12 contrari (tra i quali Usa e Israele), di una risoluzione presentata dalla Spagna e dalla Palestina durante la riunione speciale di emergenza dell’Assemblea generale delle Nazioni Unite.

Israele chiamato direttamente in causa

La risoluzione “esige un cessate il fuoco immediato, incondizionato e permanente” a Gaza, così come il rilascio degli ostaggi. Ma il testo approvato va oltre, chiamando direttamente in causa Israele. La risoluzione infatti “esige che Israele, potenza occupante, ponga immediatamente fine al blocco, apra tutti i valichi di frontiera” e consenta la distribuzione di aiuti umanitari “in quantità sufficiente” in tutto il territorio palestinese, dove la situazione è disastrosa dopo oltre 20 mesi di guerra.

Si deve proteggere il popolo palestinese

L’iniziativa annunciata il 7 maggio, in concomitanza dell’anniversario del riconoscimento dello Stato di Palestina da parte della Spagna, riafferma l’obbligo in un conflitto armato di rispettare e proteggere la popolazione civile ed esorta tutti gli Stati a rispettare e proteggere il personale umanitario delle Nazioni Unite e il personale medico.

La fame come strumento di guerra

Il documento, inoltre, “respinge” ogni azione diretta a ostacolare l’esecuzione del mandato dell’Agenzia delle Nazioni Unite per i Rifugiati Palestinesi (Unrwa). “Condanniamo l’uso della fame come metodo di guerra e che si impedisca l’accesso umanitario. Riaffermiamo la soluzione dei due Stati”, ha sottolineato Albares, che ha poi ribadito quanto sia “urgente alleviare la sofferenza a Gaza”.

L’Onu denuncia il fallimento della Fondazione voluta da Israele e Usa

Intanto da Ginevra il portavoce dell’Agenzia di coordinamento umanitario delle Nazioni Unite (OCHA), Jens Laerke, ha fatto sapere che il lavoro della Fondazione GHF, sostenuta da Israele e Stati Uniti, che distribuisce cibo a Gaza in condizioni spesso caotiche, “è un fallimento” dal punto di vista umanitario. “Penso sia giusto dire che si tratta di un fallimento dal punto di vista umanitario. Non stanno facendo ciò che un’operazione umanitaria dovrebbe fare, ovvero fornire assistenza alle persone dove si trovano”, ha detto Laerke.