Parti in strada e ospedali distrutti: Gaza al collasso umanitario

Emergenza umanitaria a Gaza: 83 morti in 24 ore, ospedali distrutti e carestia dilagante. Le frasi shock di Smotrich scatenano polemiche.

Parti in strada e ospedali distrutti: Gaza al collasso umanitario

Bombe che causano stragi, ospedali colpiti, donne costrette a partorire in strada e carestia dilagante. Con l’offensiva israeliana voluta da Benjamin Netanyahu che continua, nonostante lo scetticismo dei vertici militari di Tel Aviv e le dure condanne della comunità internazionale, l’emergenza umanitaria a Gaza City è ormai fuori controllo: almeno 83 morti e 282 feriti nelle ultime 24 ore.

Come già accaduto mercoledì, quando è stato colpito un ospedale pediatrico, anche ieri le bombe israeliane e i colpi dei tank hanno preso di mira le strutture sanitarie della città, in particolare gli ospedali di al-Shifa e al-Ahli. Tra le vittime figura anche un collaboratore di Medici senza frontiere (Msf), Hussein Alnajjar, ferito durante un raid aereo.

“Non si tratta di un tragico incidente, ma dell’ennesima dimostrazione che a Gaza non esiste alcun luogo sicuro”, ha denunciato Msf in una nota, ricordando che Alnajjar è il tredicesimo collega palestinese ucciso dall’inizio della guerra. L’organizzazione ha espresso “forte indignazione per il fatto che la violenza militare continui a uccidere i nostri colleghi” e ha chiesto a Israele e Hamas di giungere “a un immediato cessate il fuoco” per garantire la protezione dei civili.

Le accuse di Hamas

Gli attacchi agli ospedali sono stati duramente condannati anche da Hamas, che li ha definiti “un crimine di guerra a tutti gli effetti” e “un palese disprezzo per la comunità internazionale”. Il movimento islamista ha quindi ribadito la necessità di “proseguire e intensificare la mobilitazione mondiale solidale” con Gaza contro “i crimini di sterminio e di fame” dell’occupazione israeliana.

Le frasi shock di Smotrich

A suscitare indignazione sono arrivate anche le dichiarazioni del ministro delle Finanze israeliano e leader dell’estrema destra, Bezalel Smotrich, che parlando della fase post-bellica ha definito la Striscia di Gaza una “miniera d’oro immobiliare” da sfruttare.

Secondo il ministro, sarebbero in corso trattative con gli Stati Uniti del presidente Donald Trump su come spartire il territorio al termine della guerra. “Abbiamo investito molti soldi in questa guerra. Dobbiamo vedere come distribuiremo il terreno in percentuale”, ha affermato Smotrich, aggiungendo: “La demolizione, la prima fase del rinnovamento della città, l’abbiamo già fatta. Ora dobbiamo solo ricostruire”.

Le reazioni internazionali

Parole che sembrano rivelare i veri obiettivi del governo Netanyahu e che hanno provocato un’ondata di sdegno internazionale. Secondo il Wall Street Journal (Wsj), perfino Trump sarebbe “molto contrariato con il premier israeliano per la scelta di rinunciare a ogni tentativo di compromesso con Hamas e di puntare invece alla distruzione totale dell’organizzazione, al costo di numerose vittime civili e della devastazione della Striscia”. Tuttavia, il Wsj precisa che l’ex presidente si limita a esprimere il suo malcontento in privato, senza esercitare pressioni pubbliche su Israele.

Più netta, anche se poco incisiva, la posizione dell’Unione europea. Il portavoce della Commissione europea, Olof Gill, oltre a condannare l’invasione di Gaza City ha ribadito la necessità di rilanciare la diplomazia per fermare il conflitto. Ha inoltre ricordato che “la soluzione dei due Stati è stata, è e rimarrà la priorità per l’Unione europea in questa complessa questione geopolitica”. Una prospettiva che, alla luce della ferma opposizione del governo Netanyahu, appare ormai del tutto naufragata.