Dopo giorni di silenzio su un caso – quello Banca Etruria-Unicredit, rivelato dal libro uscito da pochi giorni di Ferruccio de Bortoli – finalmente a parlare è proprio l’ad di Unicredit, Federico Ghizzoni. Secondo quanto ha scritto l’ex direttore del Corriere della Sera, nel suo Poteri forti (o quasi), il banchiere sarebbe stato avvicinato dall’ex ministro e attuale sottosegretario Maria Elena Boschi, per l’acquisto della banca del padre, appunto Banca Etruria.
“Se mi convocheranno parlerò alla commissione d’inchiesta in Parlamento, non sui giornali. Risponderò ovviamente a tutte le domande che mi faranno”, avrebbe detto Ghizzoni a Repubblica. “Non si può mettere in mano a un privato cittadino la responsabilità della tenuta di un governo”, ha aggiunto Ghizzoni. “È un caso della politica – ha sottolineato – sarebbe dovere e responsabilità della politica risolverlo”.
La linea di Ghizzoni non è cambiata: volare basso, lontano da riflettori e polemiche. “Qualsiasi cosa dicessi ora, sarebbe strumentalizzata da una parte politica contro l’altra, e contro di me – si limita a dire ai giornalisti che saliti in collina -. Oltre poi al fatto che quando studiavo da banchiere mi hanno insegnato che la riservatezza è una virtù”. L’orientamento di fondo emerso da giorni non va tuttavia scambiato per reticenza, o disinteresse verso i temi di primo piano: Ghizzoni lo ha chiaro in testa, e non lo nasconde agli intimi. “Anche se sono una persona emotiva, e in questi giorni la pressione mediatica su me e la mia famiglia è notevole, mi sento assolutamente sereno – ha confidato il banchiere che guidò Unicredit dal 2010 al 2016 -. Se mi convocheranno sono disposto a rispondere a tutte le domande della commissione d’inchiesta parlamentare: ho letto che partirà presto, mi auguro sia vero”.