Già 470 norme senza decreti attuativi

Le norme senza decreti attuativi sono 470. Ben 118 riguardano la Manovra e 151 varate dal governo in carica.

Già 470 norme senza decreti attuativi

Qualcuno l’ha definita una “rinascita”. Finalmente un governo voluto effettivamente dai cittadini votanti a differenza degli ultimi che – lo sappiamo – sono nati dopo crisi post-voto o parlamentari. Eppure a guardare quanto fatto finora dal governo retto da Giorgia Meloni c’è poco da esultare: tanti annunci, e pochi fatti. E anche quando teoricamente i provvedimenti promessi sono arrivati, non sempre poi si sono realmente concretizzati. Un metro di misura a riguardo è rappresentato dai decreti attuativi.

Le norme senza decreti attuativi sono 470. Ben 118 riguardano la Manovra e 151 varate dal governo in carica

Parliamo degli atti di secondo livello come regolamenti e decreti ministeriali che spesso servono a dare operatività alle norme, definendo i contenuti di dettaglio delle misure messe in campo. In altre parole, dopo il lavoro del Parlamento, l’implementazione di una legge passa nelle mani di ministeri e agenzie pubbliche. Un secondo tempo spesso ignorato ma che lascia molte norme incomplete.

È come se la legge, senza i provvedimenti attuativi, esistesse solo sulla carta ma non nella pratica. Ebbene, i dati – pubblicati dall’Ufficio per il programma di governo che fa capo direttamente a Palazzo Chigi – dicono che i decreti attuativi ancora da pubblicare, considerando tutti i ritardi accumulati anche dagli esecutivi precedenti a quello Meloni, sono 470 di cui 151 relativi a norme varate dal governo in carica

Di questi, ben 118 fanno riferimento alla legge di bilancio 2023. In altre parole: ci sono 118 norme di varia misura e vario argomento che al momento sì sono state approvate, ma nella pratica non esistono. E non è cosa da poco considerando che, secondo lo studio OpenPolis, così restano bloccati ben 3,5 miliardi di euro. Finché non verranno pubblicati quindi, le relative risorse resteranno congelate.

Naturalmente per tutte le leggi può essere necessario il ricorso a decreti attuativi. In base alle informazioni messe a disposizione dall’ufficio per il programma di governo (Upg), alla data del 16 febbraio, sappiamo che le attuazioni richieste in totale per le norme varate dagli ultimi 4 governi sono 1.921. Di queste, 1.451 erano già state pubblicate e sono quindi attualmente in vigore mentre 470 (il 24,5%), come detto, ancora mancano all’appello.

Rispetto all’ultimo aggiornamento di OpenPolis, la stessa piattaforma di monitoraggio sottolinea che il numero di attuazioni mancanti è aumentato sia in termini assoluti (erano 384) che percentuali (erano il 21,6% rispetto al totale di quelle richieste). Questa nuova impennata è da attribuire in larga misura all’entrata in vigore proprio della legge di bilancio.

A livello generale, un primo elemento interessante da analizzare riguarda gli autori delle misure che richiedono decreti attuativi. Da questo punto di vista la maggioranza delle attuazioni è richiesta da norme varate dal governo Draghi. Parliamo di 783 provvedimenti richiesti di cui 239 ancora da pubblicare. Segue il governo Conte II con 703 attuazioni richieste di cui 69 mancanti. E per quanto riguarda l’attuale esecutivo? In questo caso, come detto, il numero di decreti attuativi richiesti è ancora relativamente basso. Si tratta infatti di 151 atti in totale.

Giorgetti e Fitto i ministri peggiori

Questo dato è evidentemente dovuto alle poche norme varate finora dall’inizio della legislatura e di cui abbiamo parlato in questo articolo. Possiamo dire quindi che tale numero è destinato a crescere evidentemente. Non solo. Considerate complessivamente tutte le attuazioni richieste per le misure degli ultimi quattro governi, ecco che possiamo ricostruire anche quali sono i dicasteri con maggiore arretrato: l’ente maggiormente coinvolto è il dicastero dell’Economia di Giancarlo Giorgetti cui è imputata l’emanazione di 285 decreti di cui 68 ancora da pubblicare.

Ma la struttura più indietro a livello percentuale è quella di Raffaele Fitto che tra le deleghe ha pure il Pnrr. Messi male anche il ministero delle Infrastrutture di Matteo Salvini (209 attuazioni richieste, 53 da pubblicare) e quello dell’Interno di Matteo Piantedosi (153 attuazioni di cui 18 non pubblicate).