Giambruno no limits. A Mediaset il negazionismo è di casa col Sig. Meloni

Forse è il caso che si cominci a parlare di Andrea Giambruno, compagno della presidente del Consiglio Giorgia Meloni.

Giambruno no limits. A Mediaset il negazionismo è di casa col Sig. Meloni

Forse è il caso che si cominci a parlare di Andrea Giambruno, compagno della presidente del Consiglio Giorgia Meloni che dopo avere spiegato che “sarebbe stato in disparte” si è meritato una trasmissione, per di più politica, sulle reti Mediaset. Dal titolo Diario del giorno.

Forse è il caso che si cominci a parlare di Andrea Giambruno, compagno della presidente del Consiglio Giorgia Meloni

Sia chiaro: Giambruno il giornalista a Mediaset lo faceva ben prima che la sua compagna diventasse presidente del Consiglio. Resta da vedere perché il “restare in disparte” per le first lady dei presidenti del Consiglio significhi sospendere o limitare il proprio ruolo pubblico al di là degli eventi istituzionali mentre nel caso del first gentleman la pausa dalla conduzione del tg (disse Giambruno “è stata una scelta presa insieme all’azienda per una questione di reciproca opportunità”) sia stata brevissima prima di un programma tutto per sé.

Ieri Giambruno ha pensato bene di rispondere al ministro tedesco Karl Lauterbach, che nei giorni scorsi aveva previsto il crollo del turismo nell’Europa meridionale (e quindi anche in Italia) per il cambiamento climatico. “Sono 20-30 anni che in qualche modo i tedeschi ci devono spiegare come campare a noi. E se non ti sta bene te ne stai a casa tua, eh”, afferma spazientito in diretta su Rete 4 Giambruno che poi rincara la dose: “La Merkel sta qua, lui sta sempre qua, se non ti sta bene stai a casa tua. Stai nella Foresta Nera, stai bene, no?”. Sarebbe solo l’intemerata di un conduttore, niente di che, se non fosse che l’attacco alla Germania provenga dal compagno della presidente del Consiglio dei ministri. Roba da Corea del Nord.

Ma Giambruno già nei giorni scorsi ci aveva deliziato con osservazioni da climatico al limite del negazionismo: il caldo record di luglio dovuto al cambiamento climatico e all’anticiclone africano per lui “non è poi una grande notizia”. La linea è – ovviamente – quella governativa: “Nessun catastrofismo, nessun effetto del cambiamento climatico: è estate e fa caldo, come sempre”.

Nel corso della puntata Giambruno ha mostrato un’immagine, composta da due diversi titoli di giornale. Il primo, visibile nella parte alta del collage, riprende un articolo pubblicato il 18 luglio sul sito web di Repubblica e intitolato “Caldo record, a Roma sfiorati i 42 gradi: non era mai successo”. Il secondo, che non riporta alcun riferimento alla fonte, è un articolo pubblicato nell’estate del 1967 e intitolato “La grandine squassa Milano. A Roma si soffoca: 42 gradi”. Peccato che quell’articolo del ‘67 (che Giambruno non ha letto) spieghi che i gradi fossero 38, esattamente come scritto da Repubblica.

Nella stessa puntata Giambruno ha dovuto fare anche i conti con la sua inviata a Bari Rossella Grandolfo che lo sconfessa: “Purtroppo va data ragione agli scienziati dell’Ipcc (Gruppo intergovernativo sul cambiamento climatico) dell’Onu, che studiano tutto questo e che purtroppo per tutti noi hanno confermato che le ondate di calore rispetto agli anni Ottanta sono aumentate e soprattutto si sono ravvicinate di gran lunga”. Giambruno bofonchia qualcosa e chiude di fretta il collegamento.

“C’è un pessimismo imperante che noi rifuggiamo”, sentenzia in chiusura di puntata non prima di dare addosso agli attivisti che imbrattano i monumenti e all’Ue cattiva che pretende la transizione ecologica. Pier Silvio Berlusconi dice che vuole eliminare il trash da Mediaset. Potrebbe cominciare da Giambruno.

 

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