Gioco d’azzardo spericolato. Nel 2016 gli italiani hanno puntato 95 miliardi per cercare il colpo di fortuna. E lo Stato resta a guardare nonostante le promesse

Sono 95 i miliardi di euro puntati nel corso del 2016 per tentare il colpo grosso con il gioco d'azzardo. La spese è cresciuta dell'8%.

Nella patria di azzardopoli sono 95 i miliardi di euro puntati nel corso del 2016 per tentare il colpo grosso. Con una crescita di circa l’8% rispetto all’anno precedente in cui la raccolta si fermò a 88 miliardi. Per delineare ancor meglio il quadro utilizziamo i dati dell’Agenzia delle dogane e dei monopoli relativi alla spesa complessiva, ovvero la differenza tra la cifre giocate (i 95 miliardi di cui sopra) e le vincite. Che si è attestata a 19 miliardi nel 2016, con un incremento di 2 miliardi in valore assoluto rispetto ai 17 miliardi dell’anno precedente. Numeri che parlano da soli e che hanno indotto la deputata dell’Udc Paola Binetti a chiedere con urgenza, attraverso un’interpellanza, al ministero dell’Economia come il Governo intendesse intervenire per porre un freno al fenomeno.

Botta e risposta – Dati che fanno sorridere l’Erario, non certo chi si indebita pur di fare una puntatina. Nei fatti non ci sono ancora stati atti concreti da parte del Governo per porre rimedio alla deflagrazione della ludopatia. Il sottosegretario ai Trasporti, Umberto Del Basso De Caro, nel rispondere all’interpellanza ha ricordato che “la legge di Stabilità 2016 prevede la riduzione di almeno il 30% dello slot da realizzarsi nel triennio 2017-19”. Una riduzione che dovrebbe avvenire rispetto al numero delle slot catalogate al 31 luglio 2015, circa 378 mila. Una misura, quindi, che dovrebbe mettere fuori dal mercato in tre anni 133mila slot su tutto il territorio nazionale. Il sottosegretario ha poi parlato di “probabile riduzione del gettito a seguito delle normative comunali che riducono l’offerta” e sul tema della pubblicità dilagante dell’azzardo il rappresentante del Governo se l’è cavata sostenendo che “la legge di stabilità già prevede un parziale divieto di pubblicità”. Tutt’altro che soddisfatta della risposta la Binetti che ha replicato in Aula: “Non c’è stata alcuna riduzione delle slot”. Taglio che, secondo la deputata, ci sarebbe dovuto essere già nel 2016. “È inutile riempirsi la bocca di un elenco di cose buone. Queste sono affermazioni importanti se si inseriscono in un quadro normativo esigente, che realmente riduce il gioco. Il Governo”, ha concluso la Binetti, “non sta assumendo questo problema con la dovuta serietà”.

Senza regole – Altro fronte aperto è quello del gioco online. Dove alcune aziende per invogliare gli scommettitori regalano bonus in denaro per chi inizia a giocare. Per il Governo però “il fenomeno è tanto più incontrollabile quanto maggiori sono i siti. Il fenomeno del gioco illegale è ancora molto diffuso, nello specifico quello esercitato da soggetti situati in Paesi esteri, che offrono via web privi della concessione statale”, ha detto De Caro, “Tuttavia l’Agenzia delle dogane e dei monopoli condivide l’opportunità di introdurre misure volte a limitare la possibilità di offrire i bonus”. Ma per il momento siamo ancora fermi al palo.