Giornali all’assalto di Grillo. Caso montato sul nulla pur di dare addosso al M5S

Anziché guardare alla piazza gremita contro il precariato dilagante, la stampa italiana preferisce concentrarsi sulla boutade di Grillo.

Giornali all’assalto di Grillo. Caso montato sul nulla pur di dare addosso al M5S

Anziché guardare alla piazza gremita contro il precariato dilagante, la stampa italiana preferisce concentrarsi sulla boutade di Beppe Grillo. Un martellamento che va avanti da due giorni su frasi che non erano altro che una “boutade”, come spiegato dallo stesso Elevato, pur di sviare l’attenzione da chi fa fatica ad arrivare a fine mese e chiede una mano al governo di Giorgia Meloni.

Anziché guardare alla piazza gremita contro il precariato dilagante, la stampa italiana preferisce concentrarsi sulla boutade di Grillo

A far indignare i giornali mainstream erano state le parole del garante M5S che dal palco della manifestazione di Roma si era lasciato andare a un intervento dei suoi: “Figli miei, come vi siete ridotti (…) il reddito universale incondizionato è l’unica battaglia che dobbiamo portare avanti. Siate i leader di voi stessi. Fate le brigate di cittadinanza. Mettetevi il passamontagna e di nascosto andate di notte a fare i lavoretti. Mettete a posto i marciapiedi, le aiuole e i tombini… Reagite e scappate. Siamo dormienti, basta poco per risvegliarsi”.

Insomma un intervento tanto irriverente quanto palesemente scherzoso su cui si è scatenata la stampa italiana a suon di titoloni, editoriali e il più classico fiume di inchiostro. Gli stessi giornali che non perdono occasione per lanciarsi all’attacco del padre fondatore dei pentastellati che all’occorrenza viene definito “un comico” oppure “un capo politico”.

Così accade che un intervento goliardico viene ingigantito ed estrapolato dal contesto pur di riempire pagine di giornale. Basta guardare una qualsiasi rassegna stampa degli ultimi due giorni per rendersene conto visto che tutti i giornali, con pochissime eccezioni, hanno gettato la croce su Grillo, alcuni arrivando quasi a definirlo un pericoloso eversivo.

Domenica tutte le prime pagine dei quotidiani italiani riportavano, con diversi livelli di enfasi, le frasi “shock” dell’Elevato. “Schlein si consegna a Conte e a Grillo stile brigate rosse” è il titolo dell’editoriale di Maurizio Belpietro, in bella mostra sulla prima pagina di domenica de La Verità. Ben più duro il titolo a tutta pagina di Libero “Cercano il morto. Le brigate giallorosse”, precisando ulteriormente nel catenaccio che “Schlein e Conte si abbracciano in piazza al corteo M5S. Intanto Grillo sul palco delira: Fate le brigate di cittadinanza, mettete il passamontagna, reagite”.

Sulla stessa lunghezza d’onda il titolo, sempre di domenica e in prima pagina, de Il Giornale: “Cattivo maestro. Grillo scherza col fuoco. Il comico in piazza con i 5 Stelle lancia le brigate di cittadinanza per il reddito universale: mettete il passamontagna e lavorate di nascosto”. Qualcuno potrebbe pensare che le vergate siano tutte arrivate dai giornali vicini al Centrodestra ma si sbaglierebbe perché praticamente tutti hanno condannato le parole dell’Elevato. Seppur con toni ben più pacati anche La Stampa non si è tirata indietro dal lanciarsi all’attacco con due articoli, il primo intitolato “Torna Grillo ed è caos” e il secondo in cui si legge “Il guastatore in passamontagna”. Più istituzionali i titoli di Repubblica, “Grillo invoca il passamontagna. Pioggia di critiche”, e quello del Corriere della Sera intitolato “Grillo evoca i passamontagna. È polemica sul comizio show”.

Attenzione mediatica a cui hanno risposto sia Giuseppe Conte, spiegando che le parole di Grillo erano state “strumentalizzate” e che si trattava di una battuta, e sia l’Elevato che ha replicato con ulteriore ironia con un post su Instagram in cui si leggeva “Brigata “Riparazione panchine” a corredo di una foto in cui viene ritratto un uomo che indossa una maglietta con il logo del Movimento e un passamontagna nero, reggendo tra le mani un foglio con su scritto “Brigata di cittadinanza, reparto d’assalto”.

Ironia che non è stata compresa visto che ieri la stampa si è ulteriormente sbizzarrita a suon di articoli ed editoriali. Il Giornale in prima pagina titola “La deriva del comico sommerso dai guai. Povero Grillo, il guerrigliero che non fa più ridere”, Libero invece decide di allargare la polemica all’intero Centrosinistra, mettendo insieme una foto del padre fondatore di M5S e della segretaria dem, con un titolone: “Esplode la sinistra. Il buffone e la tonta. Grillo insiste con le battute sulle brigate di cittadinanza. E nel Pd è rivolta: dimissioni e accuse per la visita di Elly al corteo M5S”. Un titolo, questo, in cui se non altro viene finalmente riconosciuto che si è trattato di “battute”.

Ben più audace, invece, il titolo de La Gazzetta del mezzogiorno in cui campeggia il titolo: “Dalle brigate alla stampa. Ora fermate Grillo, duce del Terzo Millennio”. Un articolo in cui si legge che “la sanzione (dai 10 ai 103 euro) è certamente sostenibile da uno straricco come Beppe Grillo. Ma il punto non è se indossare o meno un passamontagna, il punto è se sia ancora sostenibile per una Repubblica come la nostra lasciare a piede libero uno che, legittimato da un pezzo della popolazione italiana e da un partito riconosciuto con marchio depositato, nel 2023 possa inneggiare all’apologia di un reato”.

Insomma due giorni di articoli a senso unico, malgrado Grillo avesse già spiegato di essere stato mal interpretato tanto che ieri in un video aveva spiegato “è possibile che prendiate tutto sul serio? Anche i giornali hanno esagerato un po’ troppo” per poi lasciarsi andare ad altra ironia, che evidentemente sono sfuggiti a Belpietro. Già perché ieri, con un nuovo editoriale intitolato “Grillo invoca la lotta armata e la stampa fischietta”, il direttore de La Verità ci faceva sapere che sabato l’Elevato “ha potuto sollecitare la nascita delle Brigate di cittadinanza e calarsi sul volto il passamontagna per fare lavoretti notturni, senza che gran parte della stampa abbia sentito la necessità di denunciare una deriva pericolosa”.

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