Schlein rivendica la linea dem. E gela i nostalgici del renzismo

Alla sua prima direzione nazionale del Pd Elly Schlein avverte: "Basta al partito che dice tutto e il contrario di tutto".

Schlein rivendica la linea dem. E gela i nostalgici del renzismo

Nella prima direzione del Partito democratico dell’era Schlein la segretaria è tutt’altro che intimorita. Non si tira indietro sui deludenti risultati alle ultime elezioni amministrative. “C’è stato un forte psicodramma attorno alla sconfitta alla amministrative. – spiega la segretaria -. Noi oggi non abbiamo una coalizione e non vinciamo da soli, così come non abbiamo perso da soli: non attiriamoci più demeriti di quelli che abbiamo”.

Alla sua prima direzione nazionale del Pd Elly Schlein avverte: “Basta al partito che dice tutto e il contrario di tutto”

E ha citato i risultati dei rivali: “La Lega è passata da 107 a 37 consiglieri e altre forze ne hanno eletti 5 in tutto. La destra ha una coalizione che si ricompatta e noi non ce l’abbiamo oggi quella coalizione e non pensiamo di essere autosufficienti”. Il Pd, rivendica, ha ricevuto “un’apertura di credito che ci ha permesso di riportare il partito dal 15 al 21%”.

Propone “un’estate militante” del partito sui territori in cui incalzare il governo: “Meloni – dice – ha passato tutta la campagna elettorale dicendo che bisognava cambiare il Pnrr, dopo nove mesi ancora non ha detto cosa vuole cambiare”. La segretaria aggiunge: “Da mesi chiediamo al governo di riferire in Aula quali modifiche intenda fare al Pnrr. Siamo a giugno, sveglia”. Annuncia “un grande appuntamento il 14 e 15 luglio con i sindaci contro l’autonomia differenziata di Calderoli”: “Alessandro Alfieri e Marco Sarracino stanno già preparando un ordine del giorno”, dice.

Inoltre il 30 giugno ci sarà una grande manifestazione sulla casa: la sta organizzando Alessandro Majorino e alla presenza dei sindaci per presentare le idee del Pd e per far partire una “campagna di ascolto e tirare le fila a settembre per elaborare un nuovo piano casa”. Chiede di battersi “per la progressività fiscale” definendo “vergognoso” che Giorgia Meloni parli di “pizzo di stato” riferendosi alle tasse. Chiede “politiche di accompagnamento alla transizione digitale e alla transizione ecologica vera e giusta, che non lasci indietro le imprese piccole e medie che, da sole, non hanno gli strumenti per stare nelle transizioni epocali. Il Pnrr deve servire a questo, a darsi il piano industriale che manca a questo Paese”.

“Il 6 luglio – aggiunge – cominceremo un ciclo di incontri con le nostre proposte per il piano industriale che serve al Paese”. E sul tema della sanità annuncia: “Guardiamo con attenzione alla manifestazione della Cgil sulla sanità il 24 giugno. Saremo al loro fianco”. Sulle immigrazioni chiede a nome del partito “subito una missione di ricerca e soccorso” nel Mediterraneo appoggiando la proposta dell’Anpi per una giornata di lutto europea dopo la strage in Grecia. Conferma gli aiuti militari all’Ucraina ma sottolinea che “serve un approdo di pace”. Poi stocca la minoranza interna: “Vanno bene le discussioni e le critiche, ma anche la lealtà sui temi che ci uniscono”, dice, aggiungendo che “il logoramento dei segretari non funzionerà”.

Il messaggio è chiaro. Secondo la segretaria il suo mandato è di “dare al Pd un’identità chiara”, non le sta bene un partito in cui “si dica tutto e il contrario di tutto”. “Se a qualcuno questa linea non piace lo ammetta e non trovi altre scuse”, dice Schlein, con un riferimento nemmeno troppo velato a Alessio D’Amato che ha comunicato le sue dimissioni dall’assemblea del partito. La minoranza rumoreggia. La linea è chiara: per gli addii della minoranza interna nella segreteria nessuno si strugge. E parlando di alleanza ricorda lo schema delle prossime elezioni in Molise: “Noi siamo con il Movimento 5 Stelle, Renzi è alleato con la destra”.

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