Nove sale operatorie su dieci per interventi programmati ieri si sono bloccate. Per una cifra pari a circa 25mila interventi saltati. “Un fermo mai visto, ma necessario davanti a una legge di bilancio che continua a sotto-finanziare il Servizio sanitario nazionale e prosegue con la tradizione di un ministro della Salute consapevole dei problemi ma ostaggio del Mef”.
I sindacati dei medici Anaao Assomed e Cimo-Fesmed e quello degli infermieri Nursing Up promettono altre giornate di sciopero per il prossimo mese
Con queste parole Alessandro Vergallo, segretario nazionale dell’Aaroi-Emac, sindacato nazionale degli anestesisti rianimatori che dalla mezzanotte del 18 dicembre ha indetto uno sciopero di 24 ore insieme alle sigle rappresentative di medici, veterinari, farmacisti, psicologi, biologi e dirigenti sanitari Fassid, veterinari Fvm e Cisl Medici. Focus della protesta, l’insufficiente finanziamento della sanità pubblica e l’articolo 33 sulle pensioni che “pur avendo il Governo introdotto dei correttivi per i medici – ha spiegato Vergallo – continua a penalizzare il pensionamento anticipato rendendo sostanzialmente impossibile per la nostra categoria che pure è soggetta a burnout accedervi, con un ‘assegno’ che potrebbe arrivare al di sotto dei 2.900 euro lordi mensili”.
E la protesta dei camici bianchi non è destinata a fermarsi. I sindacati dei medici Anaao Assomed e Cimo-Fesmed ed il sindacato degli infermieri Nursing Up, che avevano già incrociato le braccia il 5 dicembre, promettono altre giornate di mobilitazione per il prossimo mese.
La Manovra economica per il 2024 è “l’ennesimo schiaffo al Servizio sanitario nazionale e ai suoi professionisti perché mortifica i principi della salvaguardia della sanità pubblica e del diritto alla tutela della salute che continuano a non essere tra le priorità di questo Paese, a prescindere dal colore e appartenenza politica di chi lo governa: senza confronto e senza novità sostanziali sulle richieste alla base delle nostre mobilitazioni, nel mese di Gennaio proseguiremo con 48 ore di sciopero, le cui date verranno comunicate non appena sentite la basi associative”, dichiarano le sigle sindacali.
Pure gli infermieri mettono nel mirino i tagli che “uccidono” il Servizio sanitario nazionale
Al netto dei rinnovi contrattuali in scadenza, ben al di sotto del tasso inflattivo, – hanno spiegato Pierino Di Silverio, segretario nazionale Anaao Assomed, Guido Quici, presidente Cimo-Fesmed e Antonio De Palma, presidente Nursing Up – il vero finanziamento del Ssn è di soli 800 milioni che saranno impegnati in interventi non strutturali, ma di propaganda per far credere ai cittadini l’impegno del Governo a risolvere l’annosa questione dei tempi di attesa. Noi professionisti siamo i primi a subire gli effetti distorsivi di un sistema non più in grado di garantire l’accesso alle cure ed è questo il motivo per cui siamo al fianco dei cittadini con il dovere civico di proseguire le nostre azioni di protesta nei prossimi mesi portandola, se necessario, anche in sede di Parlamento europeo. L’allarme viene raccolto dagli anestesisti. “Siamo pronti a raddoppiare la protesta a gennaio anche noi”, ha spiegato Vergallo.