Giù le mani dalle anziane toghe. La terza proroga in tre anni al pensionamento dei magistrati è realtà. E c’è chi parla di norma ad personam

Come già ampiamente previsto è arrivata la proroga per il pensionamento dei magistrati di Cassazione con incarichi direttivi, Consiglio di Stato, Corte dei Conti e avvocatura dello Stato. La decisione del Consiglio dei ministri di questa mattina sconfessa anche la riforma della Pubblica amministrazione di Marianna Madia che prevede il pensionamento a 70 anni. Quella di oggi è la terza proroga che arriva visto che già negli ultimi due anni ce n’erano state altrettante. Il provvedimento prevede che i magistrati di Cassazione che non abbiano compiuto il 72esimo anno al 31 dicembre 2016 e che dovrebbero essere collocati a riposo fra quella data e 30 dicembre 2017 siano prorogati fino a fine 2017. Per i magistrati del Consiglio di Stato, della Corte dei Conti e per gli avvocati dello Stato lo stesso schema di proroga vale nel caso in cui non abbiano compiuto 70 anni. La decisione risponderebbe al rischio vuoto di organici che l’applicazione della riforma della Pubblica amministrazione avrebbe comportato. I malpensanti hanno parlato, invece, di una proroga ad personam. Tra i magistrati più noti che con la norma eviteranno il pensionamento ci sono il procuratore nazionale antimafia e antiterrorismo Franco Roberti, il procuratore generale della Cassazione Pasquale Ciccolo e il primo presidente della stessa Suprema Corte, Giovanni Canzio. In tutto sono circa 180 i magistrati che potranno continuare a lavorare. Tra i critici c’è l’Associazione nazionale magistrati che parla di “provvedimento frutto di improvvisazione che genera disparità di trattamento e che creerà disservizi anche allo stesso Csm, il quale ha già pubblicato i bandi per il conferimento di numerosi incarichi direttivi e semidirettivi che, in tal modo, subirà un significativo slittamento”. L’Anm ha bocciato anche la decisione del 2014 di abbassare il pensionamento da 75 a 70 anni in maniera “brusca senza prevedere periodi transitori”.