Gli intellettuali si mobilitano per la pace in Ucraina

Il 7 maggio si terrà un flash mob per la pace in Ucraina promosso da Michele Santoro. Dal Nord al Sud unirà tutti gli italiani.

Gli intellettuali si mobilitano per la pace in Ucraina

Dopo quattordici mesi di guerra in Ucraina e senza la benché minima prospettiva di un cessate il fuoco, è tempo che a parlare non siano più le armi – con tutti gli annessi rischi di un’escalation incontrollata – ma i cittadini per dire basta a un sanguinoso quanto insensato conflitto. Per farlo c’è una data segnata in rosso sul calendario ed è quella del 7 maggio quando si terrà un flash mob per la pace che dal nord al sud unirà, in una catena umana di oltre 4mila chilometri, tutti gli italiani. Un’iniziativa, promossa dal giornalista Michele Santoro (nella foto), lanciata da uno sterminato numero di intellettuali e che di ora in ora vede crescere il numero di partecipanti con le iscrizioni che sono aperte anche ai singoli cittadini.

Il 7 maggio si terrà un flash mob per la pace in Ucraina promosso da Michele Santoro. Dal Nord al Sud unirà tutti gli italiani

Tra i primi firmatari c’è Luigi De Magistris, leader di Unione Popolare nonché ex sindaco di Napoli, che ha ben chiaro come non ci sia più tempo da perdere. “Dobbiamo provare a fare qualcosa perché altrimenti finiamo per diventare complici o quanto meno indifferenti davanti a una tragedia che di giorno in giorno peggiora. Inviamo armi sempre più pesanti e pericolose, vediamo crescere le tensioni internazionali e non possiamo che notare come tutto sembra il preludio a una terza guerra mondiale” ha spiegato l’ex magistrato a La Notizia.

Un evento che sarà qualcosa di inedito visto che “la manifestazione non sarà centralizzata in un singolo luogo” continua De Magistris visto che “stiamo organizzando una catena umana che unirà nello stesso tempo tutti gli italiani, dalla Valle d’Aosta alla Sicilia, per premere affinché ci sia una svolta su temi fondamentali come quelli di arrivare a una conferenza internazionale di pace e per lo stop all’invio di armi”.

Insomma un progetto ambizioso che necessita di “una mobilitazione popolare forte” senza la quale “non ci sarà l’inversione di rotta sul tema della guerra” ed è importante che sia proprio l’Italia a farsi portavoce di questo movimento, nella speranza che diventi internazionale, in quanto, prosegue De Magistris, il nostro Paese “è storicamente un luogo in cui la democrazia e la pace trovano la loro massima espressione”.

Parole che trovano conferma proprio nel lungo elenco di intellettuali di provata professionalità e competenza che hanno deciso di firmare l’iniziativa. Tra i tanti che hanno già aderito spiccano Alessandro Barbero (docente all’Università del Piemonte Orientale), Donatella Di Cesare (docente di filosofia teoretica all’Università La Sapienza di Roma), Tomaso Montanari (rettore dell’Università per stranieri di Siena), Piergiorgio Odifreddi (matematico e saggista), Emiliano Brancaccio (l’economista), Ugo Mattei (professore universitario di Diritto e presidente della commissione Dubbio e Precauzione) e Massimo Cacciari (filosofo ed ex sindaco di Venezia).

Un elenco sterminato di cui si fa fatica a dare conto in modo esaustivo in quanto comprende anche nomi di politici, come Fausto Bertinotti (ex leader di Rifondazione comunista) e dell’ex onorevole Cristian Romaniello, e della società civile come quelli degli attori Ascanio Celestini, Elio Germano e Riccardo Scamarcio, e la cantautrice Fiorella Mannoia. Tutti loro chiedono, come si legge sul sito dell’iniziativa, di “riaccendere la speranza” perché “dopo più di un anno di guerra in Ucraina e centinaia di migliaia di morti, mettere fine al massacro, cessare il fuoco e dare inizio a una trattativa restano parole proibite.

Si prepara, invece, una resa dei conti dagli esiti imprevedibili con l’uso di proiettili a uranio impoverito e il rischio di utilizzo di armi nucleari tattiche”. Come si legge nel testo “si vuole imporre l’idea che non esista altro modo di porre fine alla guerra se non la vittoria militare di uno dei due contendenti” mentre “noi pensiamo che l’Italia debba manifestare in ogni modo la sua solidarietà al popolo ucraino abbandonando, però, qualunque partecipazione alle operazioni belliche”.

 

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