Governo diviso sugli aiuti a imprese, lavoratori e famiglie. Conte ha lasciato in dote 32 miliardi. Ma non c’è ancora traccia del decreto Sostegni

Governo diviso sugli aiuti a imprese, lavoratori e famiglie. Conte ha lasciato in dote 32 miliardi. Ma non c’è ancora traccia del decreto Sostegni

Il ministro Federico D’Incà assicura che la settimana prossima il decreto Sostegni verrà varato. Ma il ritardo accumulato irrigidisce i partiti. A reagire soprattutto Movimento Cinque Stelle e Liberi e Uguali. Quasi 50 giorni sono trascorsi dal via libera del Parlamento allo scostamento di bilancio da 32 miliardi varato dal precedente Governo. E gli ultimi ristori risalgono al decreto Natale del governo Conte. “Il Paese non può più attendere”, dice l’ex ministra Nunzia Catalfo che ha lasciato un pacchetto di misure dedicate al lavoro, dalle norme per prorogare la Cig al rifinanziamento del Reddito di cittadinanza e alla proroga del Reddito di emergenza.

Ma sul testo non è stata raggiunta ancora una sintesi, né tecnica, né politica. Si discute sugli indennizzi alle attività produttive. L’idea è quella di allargare la platea a chi ha un fatturato fino a 10 milioni di euro. Ma si discute su quale parametro utilizzare per calcolare gli aiuti. Se guardare alla media mensile moltiplicata per due – misurando l’aiuto su un bimestre di perdite – oppure se far riferimento al totale complessivo delle perdite nel 2020. Ad ogni modo, aumenta il pressing di chi vorrebbe far crescere la dotazione disponibile per l’erogazione degli aiuti.

“Se i 32 miliardi di scostamento autorizzati a gennaio sono insufficienti, li dobbiamo integrare con nuove risorse di uno scostamento addizionale. Chiediamo maggiore attenzione al governo”, dichiarano Stefano Fassina, Luca Pastorino e Vasco Errani dai banchi di LeU. C’è poi da definire tutto il capitolo lavoro che vale almeno 10 miliardi di euro, tra rinnovo Cig, congedi e indennità per stagionali e precari.

“Avrei dato soldi alle imprese per riassumersi i propri lavoratori, non la cassa integrazione prolungata”, dice il leader di Cambiamo!, Giovanni Toti. Frizioni anche sul capitolo fiscale tra chi spinge per una sanatoria delle cartelle (fino a 5mila euro è l’ipotesi sul tavolo) e chi si oppone gridando al condono mascherato. Da definire infine la questione delle scadenze fiscali.

Il premier Mario Draghi, intervenendo oggi dall’hub vaccinale di Fiumicino (leggi l’articolo), ha annunciato che proporrà al Parlamento un nuovo scostamento di bilancio e che il decreto Sostegni sarà approvato la prossima settimana. “Le misure previste nel decreto legge sono corpose – ha garantito il premier -, coprono una platea più ampia e arriveranno rapidamente. Tra i provvedimenti più significativi, c’è il prolungamento della cassa integrazione guadagni, un più ampio finanziamento degli strumenti di contrasto alla povertà, per sostenere i “nuovi poveri”, coloro che sono diventati maggioranza nelle file della Caritas. Agli autonomi e alle partite Iva che hanno patito perdite di fatturato riconosceremo contributi in forma più semplice e immediata, senza criteri settoriali”.