Governo Gentile con il figlio di Tonino. Il ministro Boschi ha difeso la nomina della Lorenzin che ha preferito non esporsi in prima persona

La nomina era stata al centro delle polemiche già questo fine settimana. Tanto che il Movimento Cinque Stelle e Sinistra Italiana avevano presentato un’interrogazione a riguardo. E ieri a rispondere è stata il ministro Maria Elena Boschi. La designazione dell’avvocato penalista Andrea Gentile, figlio del sottosegretario allo Sviluppo economico Tonino Gentile (Ndc), nel cda dell’Istituto nazionale tumori di Milano, è stata compiuta – ha detto la Boschi – dal ministero della Salute “nel rispetto delle norme di legge e statutarie vigenti“. Paradossale però che a rispondere non sia stata la stessa Beatrice Lorenzin, che ha preferito non intervenire nonostante l’accusa mossa fosse quella di clientelismo proprio perché la Lorenzin è nello stesso partito di Gentile. Una risposta “insoddisfacente”, ha replicato il capogruppo dei deputati di Sinistra Italiana, Arturo Scotto, parlando di “familismo amorale“. “L’unica competenza attribuita a Gentile per essere nominato nel cda – dice Scotto –  è essere figlio del sottosegretario. Con questa nomina il governo dice alla nostra migliore gioventù che se è sola, se non ha un cognome giusto, o deve confidare nella fortuna e nella buona sorte o, se vuole che il suo talento venga riconosciuto, deve fare le valigie e andare via da questo Paese”. Gentile jr., peraltro, fino a poco tempo fa era indagato proprio per un giro di consulenze nella sanità pubblica cosentina.