Grande Fratello sulla laguna, Venezia condannata. Irregolari le multe ai motoscafi fatte con le telecamere di videosorveglianza del sistema “Argos”. E i furbi dell’alta velocità godono

di Clemente Pistilli

Conciliare il diritto alla sicurezza con quello alla riservatezza, garantire l’incolumità dei cittadini ed evitare che finiscano in una sorta di “Grande Fratello”, non è un’operazione semplice ed è da anni oggetto di aspri dibattiti. Quando le telecamere, violando le regole, vengono utilizzate per fare multe più che per monitorare quanto accade in città, la situazione si fa poi esplosiva. E’ stato così che il Giudice di pace di Venezia ha annullato la sanzione inflitta al conducente di un motoscafo sfruttando come “acquavelox” quello che è un sofisticato sistema di videosorveglianza installato sul Canal Grande. Il Comune lagunare, con il sindaco-filosofo Massimo Cacciari, si è dotato di Argos, l’”Automatic & Remote Grand Canal Observation System”, una serie di sensori installati nella parte storica della città per controllare in tempo reale il traffico acqueo, evitare ingorghi, garantire sicurezza e limitare il moto ondoso, che rappresenta un pericolo ad esempio per le affascinanti e storiche gondole. Un sistema fatto di diciassette postazioni: quattordici sul Canal Grande e tre sull’isola del Tronchetto, che il Comune progetta di estendere ai principali canali di collegamento.  Nonostante, nel dicembre 2007, il consiglio comunale ha specificato nel regolamento per la videosorveglianza che le immagini catturate non possono essere utilizzate per elevare sanzioni, gli “occhi elettronici” di Argos, realizzando filmati e consentendo alla polizia municipale di ingrandire le immagini e identificare chi supera i limiti di velocità, sono stati sfruttati per fare multe. Nessuna informazione agli utenti, tipo il classico cartello stradale che indica controlli tramite autovelox, ma direttamente i verbali. Il conducente di un motoscafo, rivoltosi agli avvocati Luca Pusateri e Stefano Sacchetto, ha impugnato la sanzione a lui elevata nel 2009 e spedita lo scorso anno, relativa a una violazione del regolamento sulla circolazione acquea per superamento dei limiti di velocità nei canali urbani. Sul caso è stata così chiamata a pronunciarsi il Giudice di pace di Venezia, Nadia Santambrogio, che ha accolto le tesi del ricorrente: utilizzare Argos per fare multe, senza alcuna informazione agli utenti, è una palese violazione della privacy e una violazione dello stesso regolamento in materia di videosorveglianza che si è dato l’amministrazione veneziana. Sanzione annullata e Comune condannato alle spese di giudizio. La reazione a Palazzo? Ancor prima che venissero depositate le motivazioni della sentenza è stato annunciato appello.