Grillo fa il Briatore e caccia dal M5s cinque senatori

di Vittorio Pezzuto

Assomiglia a Flavio Briatore che nel reality “The apprentice” caccia gli aspiranti manager, il Beppe Grillo che ieri ha deciso di cacciare altri cinque suoi senatori colpevoli di aver presentato le loro dimissioni da Palazzo Madama in solidarietà con gli espulsi della scorsa settimana. «Bencini, Bignami, Casaletto, Mussini e Romani sono fuori dal M5S» ha annunciato a sorpresa ieri mattina con l’ennesimo post sul suo blog. Il leader malmostoso e irascibile così motiva il suo ultimo atto d’imperio: «Hanno rassegnato le loro dimissioni dal Senato e le hanno presentate ufficialmente al Presidente del Senato Piero Grasso. Questo gesto non è stato motivato da particolari situazioni personali, familiari o di salute, come solitamente avviene in questi casi, ma come gesto politico in aperto conflitto e contrasto con quanto richiesto dal territorio, stabilito dall’assemblea dei parlamentari del M5S, confermato dai fondatori del M5S e ratificato dagli iscritti certificati in Rete, in merito ai quattro senatori espulsi». E ancora: «È stato loro chiesto se confermassero o meno la propria posizione e l’hanno ribadita. I senatori dimissionari si sono pertanto isolati dal MoVimento 5 Stelle e non possono continuare ad esserne rappresentanti ufficiali nelle istituzioni».

La sua inappellabile sentenza di condanna è deflagrata nel Palazzo e sul web, aumentando se possibile il processo di smottamento interno alla formazione pentastellata. Sotto accusa è finita la stessa modalità dell’espulsione, che questa volta non è seguita nemmeno ad alcuna assemblea congiunta dei parlamentari e tantomeno a un pronunciamento online degli attivisti. Il capogruppo M5S al Senato ha però ribattuto alle critiche con la sicurezza dell’ortodosso in servizio attivo. «Abbiamo tentato di ricucire in tutti i modi possibili» ha spiegato Maurizio Santangelo. «C’era un termine per ritirare le dimissioni invece dai cinque non è arrivato alcun passo indietro. Per questo non c’è bisogno di alcuna assemblea ne’ tantomeno di un voto. Quei cinque sono già fuori». Potrebbero non essere gli ultimi, visto che altri parlamentari delusi potrebbero presto seguire le loro orme. A rendere la situazione ancora più tesa, la notizia che nel pomeriggio è stata intercettata una busta contenente dei proiettili indirizzata “Al Parlamento Piazza Montecitorio, Roma”, che ha come destinatari i senatori Lorenzo Battista e Luis Orellana.

La voce del Padrone

«Grillo non ha la cultura del dissenso, questo è il problema principale» spiega uno degli ormai tanti espulsi, il senatore Fabrizio Bocchino. «Noi non sappiamo perché siamo stati cacciati, possiamo solo dedurre che tutto sia dovuto a un comunicato, comparso qualche giorno prima, in cui criticavamo il colloquio tra Renzi e Grillo, in modo peraltro moderato. Il pensiero critico in un movimento così variegato, che prende consensi da destra e da sinistra, è fondamentale. Noi quattro espulsi – ha aggiunto – abbiamo un’attività parlamentare molto cospicua. Se espelliamo tutti i senatori che lavorano, che rispettano le regole e che restituiscono i soldi andrà a finire che svuoteremo il movimento di quelle competenze necessarie per cambiare il Paese». Un altro ex, Francesco Campanella, preferisce usare su Twitter l’arma dell’ironia: «Licenziati da Beppe Grillo altri 5 di noi. Alla fine avranno difficoltà ad organizzare una briscola». Poi, nel corso della giornata, aggiunge: «L’espulsione dei cinque senatori decisa oggi da Beppe Grillo è fuori dal mondo. Non me l’aspettavo e mi ha stupito. Dimostra di essere il padrone del Movimento, non lo nasconde più. Col suo intervento depaupera il gruppo al Senato e di fatto crea le condizioni e i numeri per un nuovo gruppo».

Dal Partito democratico non sono mancate ironie: «E l’ultimo chiuda la porta, disse Beppe Grillo. Alla fine infatti nel M5S resteranno solo lui e Casaleggio» ha twittato il senatore Mario Morgoni, memore della storica battura del fumetto di Nick Carter. Su Facebook il suo collega Francesco Russo ha rincarato la dose: «Il Grande Fratello Beppe Grillo ha deciso che, anche questa settimana, 5 parlamentari del suo Movimento dovranno abbandonare la casa pentastellata. Il conto complessivo sale a 9, ma la domanda è lecita: chi saranno i prossimi?».

In serata si è svolta una tesissima riunione del M5S al Senato – ovviamente per nulla in diretta streaming – nella quale si è cercato di portare avanti una proposta di mediazione con i nuovi espulsi dal Capo: ritiro delle dimissioni in cambio di una riformulazione del regolamento interno. Un tentativo che sembra essere andato a vuoto. La frattura ormai è insanabile.